«No, io non ho subito nessuna perfidia. Ho tentato per un mese di indicare un'area politica che vedesse la cultura come punto di riferimento, visto che siamo in Italia, che siamo in un luogo che è più ricco di monumenti, col nome “Rinascimento”. Me l'hanno negato, io sono una componente del gruppo misto, mi hanno stretto nel gruppo “Noi moderati” che poi in qualche modo si è annesso e connesso con Toti, Brugnaro e hanno fatto meno dell’1% che è con me evidentemente sarebbe stato almeno il 2%, perché io, e gliel’ho spiegato, posso fare un punto, un punto e mezzo anche dormendo. Certo meno dell’1% è la misura di un movimento che non è riuscito a farsi vedere».

Vittorio Sgarbi a Perfidia è come il cacio sui maccheroni. Il critico d’arte, alla domanda della conduttrice Antonella Grippo, risponde apparentemente senza risentimento politico, rifiutando l’idea di aver subito una perfidia, ma solo un trattamento poco rispettoso - «Casini avrebbe perso in qualsiasi collegio tranne che in quello» dice amaramente -. Certo è, fa notare la giornalista di Sapri, che Sgarbi sotto l'egida di “Noi moderati” è in qualche maniera un ossimoro.

«Una volta che hanno cannato Rinascimento come idea che indicava una via che io ho tutta la vita applicato, mi hanno dato il collegio più complicato d'Italia, che era a Bologna, dove la sinistra ha fatto il 60%. E quindi sono stato messo in un luogo in cui ho combattuto l'individuo senza partito con un partito senza candidato. Perché di fatto lì hanno votato il Pd, anche se fosse stato un sasso, per cui non c'è nessuna perfidia, era che all'ultimo momento mi hanno riservato un trattamento così poco rispettoso… d’altra parte uno non deve impaurirsi di nulla né rivendicare nulla. Io non rivendico nulla, faccio quello che ho sempre fatto, e continuerò a farlo».

«Sono entrato in Parlamento prima di Berlusconi – ribatte -, sono vecchio quasi come il mio antagonista, nel ’92. Ero indipendente con i liberali e sono rimasto sempre indipendente. Non sono mai stato iscritto né a Forza Italia né tanto meno alla Lega o a Fratelli d’Italia. Quindi ero nell’area del centrodestra, all'interno di una proposta vincente, in una componente che era nel gruppo misto che era “Rinascimento”. Non è stata ammessa quindi… di fatto “Noi moderati” è la formula che ha scelto Lupi per indicare un movimento che stava a fianco di Forza Italia, tutte cose che non mi riguardavano. Quindi di fatto non è che io ho scelto di essere moderato, non lo sono - ho combattuto durante il covid battaglie molto vicine a quelle di Paragone e di Toscano (ospite della puntata insieme a Giuseppe aieta e Vittoria Baldino) - ho pensato però che non aveva senso mettermi a fare una cosa da sola, raccogliendo le firme con i risultati che abbiamo visto per queste componenti nuove. Quindi stavo in area che comunque ha vinto. Che poi non mi fosse riconosciuto lo spazio che è il mio è quello che ha portato al paradosso di cui stiamo parlando».

Sgarbi: «Quattro ministeri a Lega e FI, ma Salvini e Berlusconi non possono scegliere»

Grippo entra più nel particolare della formazione del nuovo governo. Stuzzica Sgarbi sulla possibilità che anche lui rientri tra le scelte della nuova squadra, tenendo presente il broncio di Salvini che vede allontanarsi l’idea di poter aspirare al Viminale.

«A parte la vittoria molto ampia della Meloni che le consentirà di avere più della metà dei Ministri, una parte saranno sicuramente politici e una parte tecnici di area - quindi si sente il nome di Ricolfi, di persone che non sono certamente iscritti a Fratelli d'Italia - ma lei su 22 ministri ne avrà almeno 12, i restanti 8 o 10 li indicano i partiti, quindi li indica Forza Italia e li indica Salvini. È chiaro che a quel punto su quelli principali ci sarà una discussione che interessa anche Mattarella, quindi di fatto la giustizia, gli interni, gli esteri e l'economia sono un bene di tutti, perfino Lupi entrerà in questa trattativa, per cui vanno divisi e naturalmente se non ci sono gli Interni per Salvini, perché è un mistero che deve essere condiviso da tutti, ci potrà essere la vice presidenza del Consiglio o un ministero che in qualche modo possa corrispondere alle sue aspettative, ma di fatto potrebbe essere un Ministero legato all’Economia del Nord, non lo so, ma certamente non è che Salvini e Berlusconi possono scegliere un ministero se il presidente del Consiglio non lo vuole. Quindi su quattro occorre trovare la concordia».

Sgarbi non dimentica neanche tutta la squadra di sottosegretari che saranno sufficienti a placare gli appetiti della parte politica.

Sgarbi guarda al Ministero della Cultura

Grippo vuole di più, e chiede a Sgarbi se lui non avverta la possibilità che gli sia accordato un Ministero. Lui, che adesso è tornato «un tecnico» guarda con molta attenzione al Ministero dei Beni culturali - «che adesso non c’è più» dice – escludendo categoricamente altri settori: «Non ho altre competenze, quindi, non avendo vinto le elezioni non ho diritto ad uno spazio politico, ma solo tecnico, semmai questo diritto si può chiamare tale».

Prima dei complimenti alla trasmissione, nel corso dei quali Sgarbi promuove la «dinamica» conduzione della Grippo, il critico d’arte, ragionando sui cosiddetti collegi blindati, ha un pensiero anche per la Calabria: «Io sono stato eletto due volte in Calabria, ed è un luogo dove io tornerei e farei cose con molto impegno, d’altra parte non è escluso che lo possa fare anche in una dimensione diversa».