Non si arrestano le polemiche che precedono l’inizio della fase congressuale del Partito Democratico in Calabria. I due candidati, come noto, sono Nicola Irto e Mario Franchino. Quest'ultimo tuttavia ieri sera ha inviato una lettera al segretario nazionale Enrico Letta. Ha lamentato l’impossibilità ad accedere all’anagrafe certificata degli iscritti, situazione che tra le altre cose aveva già evidenziato in un ricorso presentato alla Commissione di Garanzia di Roma. Ieri sera a Lamezia Terme, al momento di avanzare ufficialmente la propria candidatura, non sono mancati i momenti di tensione.

La lettera di Franchino a Letta

«Questa sera (ieri, ndr) mi sono recato alla sede del Pd calabrese per presentare la mia candidatura alla segreteria regionale - ha scritto -. Nei giorni scorsi abbiamo inoltrato una serie di ricorsi su quanto stava succedendo in Calabria per il tesseramento e sulle gravi omissioni del Commissario Graziano e della commissione di garanzia per il tesseramento». Franchino fa riferimento all’impossibilità di presentare candidature attraverso legittime sottoscrizioni, non essendo ancora pronti gli elenchi degli iscritti. «Due giorni fa la Commissione Regionale di Garanzia per il tesseramento annunciò che erano disponibili presso le federazioni provinciali, ma nella giornata di ieri abbiamo più volte potuto verificare che la federazione di Cosenza era chiusa».

«In dubbio l’agibilità democratica e lo svolgimento del Congresso»

Franchino ha documentato fotograficamente l’accaduto ed ha presentato ugualmente la documentazione relativa alla sua candidatura. «Dopo aver presentato l’incartamento ho chiesto che almeno adesso mi venisse fornito il suddetto elenco - ha aggiunto nella missiva indirizzata a Letta -. Di fronte a tale richiesta mi è stata negato l’elenco degli iscritti. Di fronte a tale diniego ho fatto richiesta scritta al Presidente della commissione il quale mi ha detto che mi avrebbe inviato via email l’elenco. Alla luce di quanto accaduto ritengo che dopo tali avvenimenti sia messa in discussione la stessa agibilità democratica impedendo così il regolare svolgimento del congresso».