VIDEO | Anche l'Ispra dice No al progetto. Si profila un braccio di ferro e il sindaco di Palmi accusa la Cittadella: «Risolva le sue contraddizioni»
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Discarica quasi pronta, ma sul sito di Melicuccà piove sul bagnato.
A pochi giorni dall’inoltro della Relazione con cui il Cnr avvisa sull’insostenibilità ambientale dell’opera, ad esprimersi sui rischi per la salute pubblica ora è l’Istituto nazionale per la protezione dell’ambiente che ha vergato un documento scientifico di 50 pagine su richiesta del Comune di Palmi.
«Ispra e Cnr – afferma il sindaco Giuseppe Ranuccio – documentano lo stesso risultato, ovvero i rischi per le falde acquifere che alimentano l’acquedotto Vina, vista la vicinanza della discarica con i corsi d’acqua che riferiscono una popolazione di oltre 20.000 abitanti».
Conclusioni univoche, dai rifiuti un possibile pericolo per il sistema che serve i comuni di Palmi, Melicucca e Seminara, e il sindaco di centrosinistra – essendo anche consigliere delegato, quindi una specie di assessore, nell’ente Città metropolitana di Reggio Calabria – racconta così come l’ex provincia ha incassato il doppio colpo.
«C’è stato un vertice di maggioranza – prosegue – e all’unanimità abbiamo deciso di coinvolgere la Regione, affinché faccia altri studi ma soprattutto arrivi a quel Piano di zonizzazione e salvaguardia che ancora manca».
La patata bollente passa alla Cittadella, perché la discarica dovrebbe servire un impianto – il termovalorizzatore di Gioia Tauro – di cui è proprietaria appunto la Regione – prima grossa grana per il governatore Occhiuto che ha tenuto la delega all’Ambiente. «Ribadisco le mie perplessità – conclude Ranuccio – rispetto ad una pianificazione in cui si stanno per completare i lavori e ancora aspettiamo le Relazioni della Regione dopo il giusto allarme che preoccupa noi e la cittadinanza, in un iter in cui rimane in vigore una ordinanza con cui Catanzaro da un lato obbliga la Città metropolitana a fare un’opera che sembra proprio irrealizzabile stante queste condizioni, e dall’altro dimostra di non sapere che in quell’area insiste una sorgente ormai ultracentenaria».