Dopo il tira e molla, non ancora giunto a soluzione, della metrotramvia, l’area urbana di Cosenza è nuovamente al centro di un vespaio determinato dall’approvazione, da parte della giunta Occhiuto, di una proposta di delibera per la fusione del capoluogo bruzio con il comune di Rende. Un documento, al momento, ancora privo di qualsiasi valore legale.

 

Simbolicamente però, incarna il primo concreto passo verso l’unione delle due amministrazioni. Il valore dell’atto sottoscritto è sottolineato, non a caso, dallo scatto fotografico ritraente il momento dell’approvazione: sono presenti l’esecutivo ed alcune componenti dirigenziali (caso mai a qualcuno domani venisse in mente di compiere un passo indietro).

 

La foto, lanciata su facebook in tempo reale, senza filtri giornalistici, rompe l’eterno traccheggiare della politica su una questione a lungo dibattuta e mai concretizzata. Sì alla metrotramvia e sì alla Grande Cosenza. Sembra quasi di leggere tra le pieghe del programma di Guccione.

 

L’esponente democrat prova a tirarsi fuori dall’imbarazzo, parlando di proposta divisiva ed errata non nel merito, ma nel metodo e nella scelta del percorso. «Il tentativo maldestro di assumere in maniera unilaterale una delibera, peraltro imponendo il nome della città unica, è sbagliato – tuona Guccione - Sarà il referendum  consultivo, e noi stiamo già lavorando alla redazione di una proposta di legge regionale, a stabilire la volontà popolare e anche il nome del futuro comune unico, come già avvenuto per i Casali del Manco».

 

Sarà, ma intanto la proposta di legge Guccione non l’aveva depositata, probabilmente neanche redatta, mentre Occhiuto lo ha battuto sul tempo. Del resto sulla fusione, diverse forze politiche si erano dichiarate a favore e adesso che la proposta arriva dal fronte opposto, non è semplice trovare valide argomentazioni per giustificare posizioni critiche.

 

Italia del Meridione, in una nota a firma di Fabiana Calvelli, evidentemente concordata con Orlandino Greco, altro consigliere regionale che la proposta di legge di fusione dei comuni dell’area urbana cosentina se l’è tenuta nel cassetto, dissente «da queste posizioni provocatorie» poiché non ne coglie «il senso politico ed istituzionale. Ci sembra – scrive la Calvelli, adottando come linguaggio il politichese stretto - che generando legittime rimostranze esse ci allontanino dalla meta, così, apparentemente, si potrà dire che sono gli altri a non volere il comune unico e non Occhiuto».

 

Ad ogni modo la delibera approderà presto nella sala consiliare di Palazzo dei Bruzi dove ci sono ampi numeri per l’approvazione. Il percorso è tracciato e l’accelerazione impressa all’iter procedurale non è casuale. L’obiettivo è quello di arrivare alla fusione dei comuni entro la fine di questa consiliatura, così da consentire allo stesso Mario Occhiuto di candidarsi, ancora, alla guida della nuova, grande città di Cosenza, superando di fatto la norma che impone il limite dei due mandati.

 

Salvatore Bruno