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"Va da sé, però, che se si vuole essere credibili, il riscontro dell’ipotizzata svolta nel Paese lo attesteranno due dati: l’abbattimento della disoccupazione e la riduzione del gap Nord-Sud. Occorre - afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - se il tempo delle chiacchiere è terminato, bloccare il declino del Mezzogiorno e consentirgli occasioni reali di crescita per le sue imprese e di valorizzazione delle sue risorse umane. Tutto ciò va fatto subito: attraverso interventi specifici sul fisco, da prevedere nella Legge di Stabilità 2016, che ridiano fiato all’imprenditoria, attraendo investimenti aggiuntivi, ed incidano sulla crisi di intere aree produttive, garantendo il decollo di progettualità straordinarie come quella del porto di Gioia Tauro. Perciò l’istituzione della Zona economica speciale (Zes) nel polo logistico di Gioia Tauro, dopo che la Regione Calabria ha destinato 4.2 milioni di euro per l’abbattimento delle tasse di ancoraggio deve avere la priorità. Gioia Tauro può ridare ossigeno all’economia meridionale ed allo sviluppo italiano. Se tutto ciò non sarà fatto, la ripresa, attestata dai dati sull’andamento dei consumi e della produzione industriale, riguarderà solo il Nord. Sarebbe dunque auspicabile - puntualizza Sculco - così com’è accaduto per le deliberazioni congiunte dei Consigli regionali contro le trivelle nel mare che la Calabria voterà venerdì prossimo, che le Regioni meridionali, concordassero una linea comune di confronto col Governo e l’Europa, per focalizzare le criticità più impellenti a cui dare risposte con tempestività. Il Sud ha bisogno di provvedimenti economici e sociali che siano rigorosamente coordinati e messi a punto con metodo. Sia per non tralasciare i problemi di alcune sue aree (come le zone interne della Calabria) che presentano difficoltà acute, sia per consentire la necessaria sinergia senza la quale ogni sforzo non produrrebbe i risultati sperati, tra forze politiche, imprenditori, forze sociali, Università, associazioni. Abbiamo bisogno di sviluppo, e lo sviluppo, una volta definiti gli ambiti generali, si consegue se si eliminano i condizionamenti asfissianti della burocrazia e gli interessi della criminalità e di tutti quei gruppi di potere i cui scopi contrastano con quelli del Paese”. Spiega la consigliera regionale: “Sono del parere che se alla spinta del Governo si unisce quella di tutte le Regioni del Sud, si riuscirebbe a sbloccare la rigidità della Commissione europea per ciò che riguarda le forme di incentivazione fiscale specifiche per questa parte dell’Italia, insieme all’ottenimento di una maggiore flessibilità sui co-finanziamenti dei fondi strutturali. In fondo, si tratta di consentire provvedimenti selettivi per le regioni più deboli che hanno pagato il prezzo più salato della recessione economica (il crollo dei consumi delle famiglie nel Mezzogiorno dal 2008 è il doppio rispetto al Nord). Regioni, tra l’altro in prima fila nel fronteggiare con civiltà ed umanità l’emergenza immigrati, che sono giunte ormai ad un bivio: o si consente loro di rimettersi in carreggiata o si rischia di vederle sommerse da questioni vecchie ed irrisolte (il deficit infrastrutturale ed il dissesto idrogeologico) che si sommano a quelle nuove (povertà, solitudine e disoccupazione) che colpiscono duramente, come mai era accaduto dal dopoguerra, anzitutto i giovani e le donne”.