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"Si vada rapidamente oltre questa fase di stallo. Abbiamo tanto lavoro da fare ed è urgente ripartire, svincolando l'azione della Regione dagli intralci partitici che rischiano di offuscare il progetto di rinnovamento per cui siamo stati votati". Lo afferma la capogruppo in Consiglio regionale di "Calabria in Rete", Flora Sculco.
"E' un dovere - aggiunge - che abbiamo verso la Calabria ed i calabresi e che non possiamo in alcun modo disattendere. Continuare a chiudersi negli angusti confini di appartenenza, di gruppi, gruppuscoli e di partito, non serve più a nessuno. Il drammatico quadro sociale della Calabria richiede che la politica rimarchi il proprio primato, che trova la sua fonte di legittimazione nel voto popolare, e la sua funzione di rappresentanza degli interessi generali. La fiducia data dai calabresi al presidente Oliverio consente ancora di ripartire facendo scelte, strettamente ed unicamente collegate ai bisogni del territorio, da assumere in primo luogo in Calabria, soprattutto nel confronto, sistematico e costante, con le categorie economiche, sociali e cultuali".
"Ciò che oggi richiederebbero - prosegue Sculco - i problemi di questa parte del Sud, le difficoltà degli imprenditori e delle famiglie, i disastri idrogeologici, la sanità che non offre prestazioni dignitose mentre la struttura Commissariale paralizza le prerogative della Regione, è un'azione politica coesa e sinergica. Oggi il presidente Oliverio, che ha esperienza e passione per la politica, ha tutta la possibilità di rilanciare con più vigore l'azione di governo per fronteggiare e vincere le tante sfide. Ciò su cui occorre insistere è la prospettiva unitaria degli interessi generali che in Calabria spesso è stata offuscata per il prevalere degli interessi di pochi. L'unitarietà delle forze democratiche di questa regione, che hanno trovato una sintesi politica ed una legittimazione forte ed ampia col voto del 23 novembre, deve fare affidamento sul pieno rispetto fra tutte le forze che hanno concorso alla vittoria del progetto".
"Oggi più che mai, insomma - conclude - bisogna guardare avanti con coraggio e innovazione, lasciandosi urgentemente alle spalle le inutili ritualità che immobilizzano l'azione amministrativa e legislativa".