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Non molla l’ex governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti. Nonostante il momento difficile, difficilissimo, cominciato con le dimissioni da presidente della giunta nel 2014 e proseguito fino ad oggi. E’ di qualche mese fa la sentenza della Corte d’Appello che ha confermato la sua condanna in relazione al caso Fallara e alla gestione del Comune di Reggio mentre era sindaco.
Dello stuolo di portaborse e lacchè che lo ha accompagnava mentre incarnava in sé la carica di presidente della Regione, coordinatore regionale del Pd e commissario della sanità, non è rimasto quasi più nessuno. Ad uno ad uno sono andati via tutti. L’ultimo, in ordine cronologico è stato il suo delfino Fausto Orsomarso che lo aveva seguito anche nella nuova esperienza di Azione Nazionale. Adesso gli ha preferito la Meloni.
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Scopelliti, però, non ha fatto una piega e da Lamezia, insieme ad Alemanno e Storace, lancia in Calabria un nuovo soggetto politico, il Polo Sovranista, che vuole fondere La Destra con Azione Nazionale.
Sempre dalla stessa parte, insomma, progetta il futuro ma difende il passato. A partire dalla sua esperienza alla guida della Regione e, perfino, quel “Modello Reggio” che ha messo in crisi la sua carriera politica. Tutto finito per l’effetto di «una stagione di feroci aggressioni contro le Regioni». Scopelliti ha ricordato come nello stesso periodo si siano dimessi il presidente della Lombardia Formigoni e del Lazio Polverini, e in crisi siano andate anche Piemonte, Emilia e Basilicata. «Esplosero Rimborsopoli e scandali. Una strategia per rovesciare sulle Regioni le colpe di un sistema che non funzionava».
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Nulla a che vedere con l’amministrazione i cui frutti si vedrebbero ancora oggi. «I dilettanti di Oliverio stanno inaugurando le opere che abbiamo realizzato noi». E poi il glorioso passato di Reggio. «In otto anni l’abbiamo trasformata, prima che fosse uccisa era diventata una grande città, stimata, apprezzata, europea, moderna, funzionale, metropolitana, funzionale. Ce lo saremmo sognato la notte che sarebbe diventata una città metropolitana».
Ma l’ex governatore non si scoraggia e insieme a Alemanno e Storace sogna una nuova destra che parte in Calabria dall’assemblea congressuale di ieri in vista del congresso nazionale fissato a Roma per il 18 e 19 febbraio. «Questo - ha aggiunto - non è un approdo ma è l’inizio di un percorso perché la nostra volontà è quella di ricostruire una grande Destra anche perché oggi manca la politica e questo nuovo soggetto nasce dai territori e sui territori per riavvicinare i cittadini alle Istituzioni, se si pensa che i parlamentari oggi sono sempre più distanti e distinti dal territorio».
Un soggetto politico che, secondo Gianni Alemanno, dovrà mettere il Sud tra gli obiettivi prioritari. «Il Sud è stato completamente abbandonato e non ci sono più forze politiche che lo rappresentino – ha detto l’ex ministro dell’Agricoltura - il nuovo soggetto politico avrà come compito principale la difesa delle ragioni del Sud, creando una casa comune per quanti credano nella sovranità nazionale e popolare, contro i vincoli di Bruxelles».
Ottimista anche Francesco Storace. «Rinasce una destra consapevole delle proprie potenzialità – ha detto - Tra le assemblee regionali che si svolte in tutta Italia questa in Calabria è la più affollata. E questo mi riempie il cuore di speranza perché vuol dire che in questa terra sono in tanti ad avere ancora voglia di combattere».
Riccardo Tripepi