I tempi in cui Scopelliti indossava i Ray-ban sul lungomare della “sua” Reggio Calabria e i panni di Peppe Dj sono lontani. Pare una vita fa. La voglia, però, è la stessa di quando era sulla cresta dell’onda. È lui, «l’ultimo leader di Calabria», il protagonista principale della nuova puntata di Perfidia, andata in onda ieri sera su LaC Tv e risultata come al solito graffiante e pungente grazie all’incalzante linguaggio da amazzone dell’informazione di Antonella Grippo. “Leadership e leadershop” è stato il claim scelto per affrontare un tema caldo: la politica nell’epoca del marketing.

Scopelliti one man show

Ma l’inizio è tutto per quello che fu il sindaco di Reggio Calabria a cui vengono proposti una clip di un pranzo di 13 anni fa proprio con Antonella Grippo e due titoli di giornale, del 2014 e del 2018 di quando Scopelliti si consegnò in carcere dopo la sentenza definitiva a 4 anni e 7 mesi. «Fu un atto dovuto e in piena sintonia con la mia storia - racconta -. Per chi non ha mai immaginato di trascorrere parte della sua vita nelle patrie galere, fu certamente un contraccolpo. Io resto il primo e unico sindaco che finisce dietro le sbarre per un reato amministrativo, ma anche quello che, condannato in primo grado, si dimette da presidente di Regione senza aspettare la mannaia della Severino».

«Torni in politica? Ti candidi alle Europee?» chiede Antonella Grippo andando a caccia di scoop, Scopelliti risponde che pensa «a girare l’Italia e parlare del suo libro». Risposta non esaustiva che necessita di un’ulteriore sollecitazione da parte della conduttrice. «Non ho bisogno di fare politica - ribatte il vecchio pupillo di Berlusconi - né ho la tentazione di tornarvi, anche se ammetto che sia una malattia. Tanti amici mi hanno chiesto di ricandidarmi, ma non ci penso. Siamo in una fase dove io ho l’obbligo di riscrivere una verità. Poi vedremo».

Troppo poco per Perfidia che non vuole «pomodori in faccia dal pubblico», parole vere invece per l’altro ospite in studio: Francesco Toscano. Il leader di Italia Sovrana e Popolare lo definisce «socratico» ed è certo che «non si candiderà… almeno adesso. Perché è riconosciuto come leader in un mondo che non ne vuole più». Ma dove si vede mai un leader su un inginocchiatoio davanti a Sua Santità El Diablo? Da nessuna parte, se non su LaC il venerdì sera. «Il mio unico grande peccato è stato quello di credere di poter cambiare la Calabria e di non essermi candidato alle Politiche del 2013. Non ho mai esercitato potere, ma amministrato. Occhiuto leader? È un buon governatore», risponde Scopelliti mentre partono le note di “Bugiardo” di Fabri Fibra.

La notte crucca e assassina dietro la collina del generale Vannacci

Quando si collega l’ex presidente della Camera Roberto Fico, oggi presidente del Comitato di Garanzia del Movimento 5 Stelle, si tocca il cuore della puntata: le liturgie virtuali che si muovono attraverso i social e che danno l’idea di primitivo rispetto all’eleganza della politica del ‘900. «Giuseppe Conte è leader, eccome se lo è - dice per rompere per il ghiaccio -. Con il Pd non siamo d’accordo sulla gestione dei beni comuni come l’acqua e sull’approccio sulla guerra in Ucraina. Io alle Europee? Non sarò in lista».

Il vicedirettore de “Il Giornale”, Francesco Maria Del Vigo interroga Scopelliti sui temi di giustizia nazionali, sposta poi l’attenzione sulle dichiarazioni di Crosetto sulla magistratura e definisce il generale Roberto Vannacci «un rivoluzionario».

L’autore del criticatissimo libro “Il mondo al contrario”, ringrazia ironicamente Repubblica e Corriere della Sera «per l’operazione di marketing eccezionale che ha consentito la vendita di 230mila copie senza che io spendessi nulla. Mi candido? Faccio il soldato, ma non mi ipoteco il futuro». Perfidia si conclude con l’intervento del giornalista e scrittore Ferdinando Adornato su leaderismo e tecnocrazia e con il ballo tra Antonella Grippo e Peppe Scopelliti mentre dalla regia lanciano l’iconica “Ymca” de Village People.

La puntata integrale è disponibile online su LaC Play.