Botta e risposta tra i principali antagonisti dell’ultimo congresso del Pd cittadino che ha coronato il successo di Franco Madeo ai vertici del partito, con un direttivo composto da 30 componenti 17 dei quali a sostegno dell’attuale segretario. Il fuoco non si spegne, le ruggini rimangono. Il partito è diviso in mille rivoli.

Per il dirigente Giuseppe Tagliaferro, candidato avversario durante il congresso, la vittoria di Madeo è legata all’appoggio della corrente interna al Pd riconducibile al sindaco Flavio Stasi. Tagliaferro riferisce che l’area Stasi avrebbe preteso la ricandidatura dell’attuale primo cittadino alle prossime elezioni. Una imposizione che Tagliaferro non avrebbe accettato.  

Nella prossima riunione di direttivo sarà decisa la linea del partito. Il punto nevralgico rimane quello dei rapporti con l’amministrazione comunale. Il Pd è presente tra i banchi della minoranza ma ha anche anime interne alla maggioranza. Non è da escludere che chi si chiamerà fuori dalla linea del partito finirà in commissione di garanzia, così come riferiva Madeo nel corso della sua conferenza stampa. Per Tagliaferro è un «monito di altri tempi, da unione sovietica».

Anche, ieri, era assente la parte istituzionale del partito per motivi ritenuti giustificati dagli organizzatori. Nel corso della manifestazione si sono registrati interventi duri contro l’amministrazione Stasi, ritenuta inadeguata a gestire una città importante come quella di Corigliano Rossano. «C’è un calo evidente di consenso, e c’è il rischio che la città possa finire nelle mani delle destre. C’è bisogno un centrosinistra progressista, aperto alle forze sane, e che non sia divisivo», conclude Tagliaferro.