L’anti ciclone Calabria Etica non sembra avere intenzione di abbandonare la punta dello stivale. Ieri la decisione da parte della Regione di decretare lo scioglimento dell’ente definendone la gestione scellerata, oggi arriva la replica dell’ex presidente della fondazione Calabria Etica Pasqualino Ruberto, deciso a mettere i puntini sulle i e a togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Se di disastri economici si deve parlare, allora Ruberto ricambia le accuse ed invita la magistratura contabile a riflettere sui possibili danni economici causati dalla gestione commissariale subentrata a febbraio, con particolare riferimento alla vicenda dei contratti dei lavoratori a progetto che sono stati annullati in blocco. L’ex presidente fa notare che sui contratti era prevista la possibilità da parte dell’ente di rescinderli in qualunque momento. L'avere, invece, deciso di annullarli completamente espone, secondo Ruberto, la Regione ad un contenzioso da tre milioni di euro. Ruberto però va anche oltre ricordando come, secondo la commissione, Calabria Etica avrebbe uno squilibrio finanziario di 2,5 milioni di euro, un primo tempo imputato ai collaboratori dei Progetti poi considerati nulli dalla Regione. Un errore madornale quello di caricare la somma tutta sulle spettanze dei lavoratori, tanto che dopo poco il commissario Barbaro avrebbe spiegato la spesa imputandola a progetti poi annullati e altri ancora in essere. E qui sta il nodo. Secondo Ruberto, infatti, “per riequilibrare la ‘disastrata’ fondazione basterebbe basta erogare, da parte del dipartimento, i finanziamenti già previsti e per cui esiste un regolare impegno di spesa”.