L'ex sindaco critica la timidezza della politica sulla vicenda e afferma di non aver ricevuto né la relazione della commissione né il verbale del comitato di sicurezza. Poi si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Laboratorio Civico non si è dissolto, noi nel dibattito cittadino ci siamo e ci saremo»
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Marcello Manna, ex sindaco di Rende, è reduce dal congresso nazionale della Camere penali a Firenze. Lì ha ricevuto un tributo da parte dei suoi colleghi per le vicende che lo hanno riguardato nel suo ruolo di amministratore pubblico. Un tributo che fa a pugni con il silenzio della politica rispetto alla vicenda dello scioglimento dell’amministrazione comunale di Rende. Manna, in un’intervista al nostro network, dice che la timidezza della politica è un brutto segnale, che indica quantomeno una subalternità della politica alla magistratura inquirente.
Invece sulla vicenda rendese sostiene la necessità di vederci chiaro. A cinque mesi dallo scioglimento l’ex giunta ancora non sa i motivi del provvedimento. La relazione è stata secretata, anche se qualche stralcio è apparso su alcuni organi di informazione, e i vecchi amministratori non sono venuti a conoscenza nemmeno del verbale del comitato per la sicurezza, chiamato ad esprimersi sulla vicenda. «Anche lì abbiamo chiesto l’accesso agli atti - dice Manna - ma la Prefettura ancora non ci ha risposto. So, per averlo letto sui giornali, che il sindaco di Cosenza Franz Caruso si è astenuto. Penso che anche il presidente della Provincia, Rosaria Succurro, abbia fatto altrettanto. Sarebbe incredibile se un sindaco, presidente della Provincia e presidente dell’Anci votasse a favore di uno scioglimento, finirebbe per connotarlo politicamente».
L’ex sindaco dice che il problema non riguarda solo Rende, ma è più generale. Cita il caso Lucano, ma anche lo scioglimento del Comune di Acquaro dove nelle motivazioni si scrive a chiare lettere che non emergono frequentazioni inappropriate del sindaco o dei consiglieri ma si censura la gestione amministrativa e, in particolare la capacità amministrativa e culturale di un assessore.
Insomma per Manna la politica deve rialzare la testa per appianare eventuali storture nel rapporto con la magistratura inquirente. Per questo dice che la sua formazione “Laboratorio Civico” non si è dissolta e continua a riunirsi. A breve terrà una iniziativa pubblica per elencare tutto quanto è stato programmato su Rende e che oggi, sia pure attraverso i commissari, sta trovando attuazione.
«Laboratorio Civico vuole difendere la città - conclude Manna - sia essa Rende sia essa una città nuova. Quel che conta è che noi nel dibattito ci siamo e ci saremo».