La buccia di banana questa volta sono state le elezioni in Russia. La vittoria plebiscitaria di Vladimir Putin ha mandato in tilt la maggioranza di centrodestra. Colpa di Salvini che se ne è uscito con un commento un po’ bizzarro sul turno elettorale sostenendo che «quando un popolo vota ha sempre ragione», tralasciando il dettaglio del tasso di libertà della consultazione. A stretto giro ha risposto il leader di Forza Italia, Antonio Tajani: «Le elezioni non sono state libere né regolari e hanno riguardato anche territori ucraini occupati illegalmente» E Salvini? «Il ministro degli Esteri sono io», non proprio un bacio in bocca insomma.
La verità è che mentre la Meloni prova a mettere pezze, a minimizzare le intemperanze fra i suoi, fra la Lega e Forza Italia i rapporti sono al minimo storico.

La riprova viene anche dai territori. In Calabria, ad esempio, tiene banco il famoso decreto di riordino della rete ospedaliera. Non si capisce il piano fino a che punto è definitivo perché lo stesso presidente/commissario Occhiuto un giorno dice che sarà quello, poi dice che si sta pensando di modificarlo attraverso una interlocuzione con i Ministeri. Resta sullo sfondo il dubbio di come attivare, sotto il profilo delle risorse umane e finanziarie, i 6692 posti letto previsti.

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In attesa che la vicenda si chiarisca intanto montano le polemiche e non solo da parte delle opposizioni. Forse per la prima volta una critica arriva dall’interno della coalizione di Governo e non è un caso che venga dalla Lega. Come accennavamo prima è soprattutto al Carroccio che Forza Italia sta erodendo consensi come dimostrano le ultime regionali di Sardegna e Abruzzo dove gli Azzurri hanno doppiato Salvini. In Abruzzo secondo alcuni analisti Tajani avrebbe drenato circa 7mila preferenze al suo collega di Governo. Colpa della virata sovranista di Salvini che per cercare consenso a destra rischia di smarrire il centro ovvero i moderati che lo hanno votato finora che di certo non possono condividere alcune posizioni come quelle sulla Russia. Lo scontro sul tema fra i due leader dimostra il ragionamento.

Allora il deputato leghista, Domenico Furgiuele, un po’ ha fatto questo tipo di analisi, un po’ ha pensato al suo collegio e poi ha sparato durissimo. «Il piano della rete ospedaliera e della rete dell’emergenza urgenza e delle reti tempo-dipendenti registra criticità che vanno risolte. Non basta fare riferimento alle linee ministeriali considerato che la prima trincea sanitaria è in capo al commissario alla Sanità regionale». Una chiamata senza possibilità di fraintendimenti per Occhiuto.

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«Vogliamo chiarimenti atti a spiegare le scelte effettuate e comprendere quali saranno le prospettive future che si immaginano per uno dei migliori ospedali della Calabria in termini di struttura e posizionamento geografico. Bisogna investire sulle peculiarità di Lamezia Terme, dare una mission all’ospedale, considerato quello che è riportato nello stesso documento protagonista delle critiche delle ultime ore in cui viene riportato testualmente: “Il presidio di Lamezia Terme in ragione delle sue caratteristiche strutturali, e della sua collocazione territoriale baricentrica, andrà privilegiato quale sede di attività clinico assistenziali aventi a riferimento un bacino di utenza regionale e sovraregionale”. Nei prossimi giorni una delegazione della Lega lametina con il capogruppo Antonietta D’Amico, chiederà un incontro al commissario straordinario dell’Asp di Catanzaro generale Battistini, in virtù della prossimità stesura del nuovo atto aziendale per vigilare sulle scelte migliori in capo al nostro presidio ospedaliero».

Insomma è la prima volta che un componente della coalizione di centrodestra critica in maniera così aperta il presidente Occhiuto. Bruxelles è lontana, ma a Germaneto spira forte il vento delle prossime elezioni.