La delegata reggina di Forza Italia per i Trasporti e la Logistica non teme per la tenuta degli Azzurri soprattutto in Calabria: «Il primato nei consensi è palese». Anche sulla realizzazione del Ponte ostenta sicurezza: «Si farà e creerà sviluppo»
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Forza Italia tiene. Nonostante la scomparsa del suo fondatore, il partito ha rinserrato le fila e non si è registrata quella diaspora che alcuni pronosticavano. Anzi i forzisti sono pronti a intensificare la loro azione politica, a partire dai territori. Ne abbiamo discusso con Simona Scarcella che ha la delega provinciale a Trasporti e logistica nel partito. Avvocato, esperta di diritto amministrativo e di appalti pubblici, è attualmente responsabile del settore legale dell’Autorità di sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e dello Jonio
Scarcella, cosa pensa del futuro di Forza Italia?
«Mi lasci prima dire una cosa su Silvio Berlusconi. Il presidente, al di là delle critiche dei suoi oppositori politici e di alcuni detrattori, è stata una figura centrale nel Paese, una persona dalle grandissime capacità imprenditoriali che ha saputo mettersi in gioco in politica nonostante avesse molto da perdere e poco da guadagnare».
Ma secondo lei in cosa consiste la straordinarietà di Berlusconi?
«Io credo nel suo grande amore per l’Italia che si è manifestato sotto diversi aspetti, da imprenditore considerando gli investimenti che ha fatto qui nel Paese e come questi investimenti hanno contribuito alla crescita culturale dell’Italia; poi con il suo impegno politico. Io credo che gli italiani abbiano avvertito questo amore e lo abbiano ricambiato come dimostra anche l’incredibile tributo che la gente gli ha riconosciuto in questi giorni di lutto».
Forza Italia, però, è un partito personale. Venuta meno la persona cosa accadrà?
«Il partito certamente nasce su una spinta ideale ai valori del garantismo, del liberalismo, della modernizzazione del Paese. Questi temi non sono venuti meno. I vertici apicali del partito su questo sono stati chiari, si sono compattati per portare avanti questi valori di cui in Italia si sente un gran bisogno. Non va dimenticato che Berlusconi è stato, anche in questo campo, un precursore. Per anni ha portato quasi da solo la bandiera del garantismo, il richiamo ai valori costituzionali che vedono contemperare gli interessi collettivi ai diritti individuali. Questi temi sono ancora attuali come dimostra il dibattito di questi giorni sulla riforma della giustizia. La proposta politica di Forza Italia, quindi, è ferma, radicata e fra di noi siamo molto coesi. Anche la famiglia Berlusconi, sebbene non l’abbia detto espressamente, ha lasciato capire che continuerà il suo impegno».
E in Calabria? Qui Forza Italia ha sempre sbancato…
«Nella nostra regione abbiamo sempre fatto registrare primati sui consensi. Merito anche di leadership importanti come quella di Jole Santelli prima e Roberto Occhiuto dopo. Persone che hanno scelto di fare i Governatori, magari rinunciando anche ad incarichi nazionali di rilievo, proprio per amore verso questa terra così difficile da governare. La gente questo lo percepisce, così come avverte il lavoro duro, delicato nel campo della sanità. A tacere delle infrastrutture a partire dal Ponte sullo Stretto che dimostra l’attenzione del Governo verso questo territorio su cui ha investito tantissimo, non solo in termini di popolarità politica, ma anche di visione perché la Calabria ha bisogno di sognare».
Qualcuno dice che il Ponte stesso è un sogno. In fondo anche se verrà realizzato come lo raggiungiamo?
«Guardi è un momento in cui si sta discutendo moltissimo di trasporti e infrastrutture e molti politici calabresi si stanno impegnando in questa direzione. Ne cito uno su tutti, l’on. Francesco Cannizzaro, che sul Ponte sta facendo una battaglia anche contro le perplessità di chi vive quel territorio. Io credo che il Ponte in realtà sia attrattore di altri investimenti e che ci sia un nesso strettissimo con l’alta velocità. Per il resto il Ponte è una grande e affascinante scommessa anche sotto l’aspetto ingegneristico e sono sicura che il Governo questa scommessa la vincerà. A me piace l’idea di un Sud Italia che sia esempio anche di visioni ingegneristiche inedite. Siamo abituati ad ammirarle all’estero, presto verranno i turisti a vederle da noi».
A che punto siamo sull’alta velocità?
«Stiamo lavorando a spron battuto e in poco tempo siamo riusciti a superare ostacoli burocratici che frenavano da tempo il progetto. Ad esempio abbiamo firmato un protocollo fra Regione, Rfi e Corap che ha consentito il collegamento dell’ultimo miglio del porto di Gioia Tauro alla stazione di Rosarno. Negli altri anni ogni tentativo era andato a vuoto. Sarà che oggi c’è questa affinità politica fra i vari livelli istituzionali, ma c’è decisamente un altro passo. Anche sul raddoppio della linea ferroviaria fra Paola e Cosenza, attraverso i lavori della galleria Santomarco, si sta andando avanti. A Gioia abbiamo realizzato un gateway ferroviario unico in Europa con i suoi binari di 750 metri. Questi sono tutti elementi che migliorando la velocità di trasporto di merci e persone aumentano l’attrattività dell’area, soprattutto di chi opera nella logistica».
Mi pare che la Zes però faccia fatica a decollare…
«C’è un nuovo impulso anche qui dovuto alla nomina del nuovo commissario, l’avvocato Giosy Romano».
C’è chi dice che può essere un problema il fatto che l’avvocato sia anche responsabile della Zes campana visto che le due zone sono concorrenziali fra loro…
«Io invece le dico che nel giro di qualche mese siamo riusciti a firmare dei protocolli per cui il comitato d’indirizzo per la Zes è pienamente operativo e riesce in pochi giorni a rilasciare le concessioni uniche. In passato mettere attorno a un tavolo tutti gli attori era una fatica sfiancante. C’è da scommettere che da qui ai prossimi due anni ci sarà una svolta significativa, anche per le ultime novità legislative in materia».
Quali?
«Il Documento di pianificazione strategica di sistema che sta a monte del piano regolatore e quindi della destinazione di alcune aree. Il documento rappresenta la perfetta sintesi fra le istanze che partono dai territori che sono quelli che conoscono più di tutti potenzialità e criticità delle singole zone e la politica di livello più alto. Uno strumento per noi fondamentale visto che abbiamo due autorità portuali, quella dello Stretto a maggiore vocazione turistica e passeggeri, e quella di Gioia Tauro che guarda invece al transhipment principalmente. Nel documento si realizza una sinergia fra queste autorità».
A proposito di infrastrutture c’è la Ss 106. Cosa pensa del fatto che i finanziamenti sono spalmati in quindici anni, praticamente tre Governi?
«Credo che una parte della politica contraria al Ponte abbia utilizzato la Ss 106 per sviare l’attenzione, per parlar d’altro. Negli ultimi due mesi sono stati investiti 740 milioni di euro su una serie di arterie importanti fra cui la Ss 106. Basti pensare alla zona fra Catanzaro e Crotone, fra le più interessate a sinistri, in cui si sta mettendo mano a gallerie, viadotti, bretelle di immissione nei circuiti urbani. Il finanziamento nasce su spinta di questo Governo regionale al Mit. La Regione ha parlato di utilità sociale dell’investimento perché, date anche le condizioni del trasporto su ferro nella jonica, la Ss 106 è strada molto trafficata che presuppone lavori costanti anche di manutenzione. Credo che l’arco temporale dei 15 anni sia una garanzia perché impegna anche i governi futuri all’investimento. Sono certa che preso la Ss 106 sarà la nostra grande arteria per il turismo e non più strada della morte».
Senta quindi dice che l’infrastrutturazione del Sud vive un momento d’oro. Sono poche le donne però che operano in questo settore…
«Si il settore è prettamente maschile anche per le sue caratteristiche. Ma il mio auspicio è che sempre più donne si avvicinino perché serve la concretezza che ci accompagna. Le dirò di più. Su impulso dell’allora Ministro Giovannini e dell’attuale Salvini, come Assoporti abbiamo costituito un gruppo sulle disuguaglianze di genere che ha realizzato un protocollo, sottoscritto da tutti gli attori istituzionali, che è stato adottato da tutti i cluster portuali. Spero che si continui a sensibilizzare sulla parità di genere in questo settore dove, ad esempio, non esistono operai portuali donne. Credo che il momento sia propizio visto che il nostro premier è donna, abbiamo molti ministri donne, ci sono donne in posizioni inedite nella nostra Repubblica. Anche il settore dei trasporti e della logistica dovrebbe essere più in rosa».