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«Sono molto, molto, molto mortificato ma tranquillo perché ho fatto tutto esattamente come richiesto dalla legge elettorale di finanziamento ai partiti». Secondo quanto riportato dal Quotidiano, sono queste le prime parole di Giovanni Bilardi, il senatore Ncd raggiunto da un’ordinanza di custodia domiciliare.
«Sono mortificato per questa decisione e mi chiedo perché proprio su di me è caduta questa scelta anche se ho saputo di altri cinque indagati cui è stato richiesto addirittura l'obbligo di dimora fuori dalla Calabria e lo ritengo sconvolgente. Per quel che attiene la mia posizione - ha aggiunto Bilardi - ho autorizzato in qualità di capogruppo tutta una serie di spese che sono state tutte regolarmente documentate, sia in entrata che in uscita, come attività politica. Tutti venivano da me a chiedere proprio per la funzione di capogruppo ma senza pezze d'appoggio giustificative non autorizzavo nulla. Ho tutti i riscontri e le fatture dei consiglieri: era tutto previsto dalla legge elettorale e quindi autorizzavo secondo legge. Specifico che si trattava di normali attività politiche non di cene a base di aragosta».
In conferenza stampa invece viene citato dal procuratore di Reggio, Federico Gafiero de Raho, e dalla Guardia di finanza un esempio che coinvolge proprio Bilardi e il suo autista: dopo un interrogatorio di Bilardi con la contestazione dell'acquisto di un grande televisore con tanto di abbonamento a Sky, finito poi a casa dell'allora consigliere, quest'ultimo avrebbe subito chiamato l'autista per chiedere di riportare tutto direttamente in negozio. Cosa che effettivamente l'autista Carmelo Trapani fece tempestivamente, non sapendo che gli investigatori avevano registrato la telefonata intercorsa tra i due.