Sembrava una storia politica indissolubile quella tra il sindaco di Scalea, Gennaro Licursi, e il suo assessore Eugenio Orrico, e invece è andata inaspettatamente in frantumi nel giro di qualche ora. Orrico durante la campagna elettorale del 2016 decise di fare un passo indietro sulla possibile formazione di una lista a parte per confluire poi nella compagine licursiana e rafforzarne la possibilità di vittoria. Così fu. Orrico intascò 179 voti e poco dopo gli toccò l'assessorato con deleghe allo Sport, Turismo e Spettacolo.

I motivi che ora hanno indotto i due alla rottura sarebbero da imputarsi alla decisione dell'ormai ex assessore di concorrere alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale  di Cosenza con italia del Meridione, il movimento politico fondato e guidato dal consigliere regionale Orlandino Greco.

La candidatura e la revoca delle deleghe

Era il 23 ottobre scorso quando un comunicato stampa annunciava che una delegazione territoriale di Idm, tra cui referente cittadino Antonio Pappaterra e il coordinatore provinciale Raffaele Papa, aveva proposto la candidatura di Orrico, ufficializzando l'adesione al partito.

Appena 48 ore più tardi, il sindaco Gennaro Licursi aveva fatto sapere alla stampa di avergli revocato l'assessorato. I motivi di tale decisione erano scaturiti, si leggeva in una nota, da un rapporto di fiducia ormai logoro. Il primo cittadino, però, non aveva fatto alcun riferimento alla candidatura con Idm e aveva parlato più in generale dell'impossibilità di raggiungere obiettivi amministrativi evidentemente importanti.

La rivelazione di Orrico

L'ex assessore, che è anche editore di una nota emittente radiofonica locale, non ha tardato a replicare raccontando la sua versione dei fatti. Questa mattina ha diramato un lungo comunicato in cui spiega, dal suo punto di vista, le vere ragioni della rottura. Ecco i passaggi più importanti.

«In data 26 ottobre 2018, il sottoscritto ha provveduto a protocollare richiesta, presso l’ente, di riunione del gruppo di maggioranza al fine di ottenere un confronto su quanto successo. Ad oggi, il capogruppo di maggioranza non ha inteso convocare alcuna riunione, di fatto negandomi il contraddittorio.

Nel provvedimento in questione si assume un preteso conflitto tra il mio agire amministrativo e l’indirizzo politico portato avanti dal sindaco. Non mi consta alcun contrasto o conflitto reale e tale da giustificare una siffatta decisione. Quanto affermo è, peraltro, riscontrabile e verificabile già solo visionando gli atti.

A riprova della fiducia riposta nelle mia figura da parte del sindaco v’è pure la circostanza verificatasi in occasione delle mie dimissioni (accadimento riferibile ad oltre un anno fa e legato alla mancata assegnazione di fondi all’assessorato di cui ero stato incaricato), quelle sì rassegnate per giusta ragione, all’epoca presentate e, peraltro, non accettate dal sindaco; tanto a conferma dell’assoluta fiducia che permeava i nostri rapporti.

Appare singolare, oltre che una strana coincidenza, che la decisione di destituirmi dall’incarico ricevuto segua temporalmente (due giorni) la notizia di volermi candidare per la Provincia di Cosenza nella Lista dell’IdM; circostanza, peraltro, ben nota al Sindaco considerato che il sottoscritto ha provveduto personalmente a comunicarglielo con largo anticipo. In quell’occasione mi ha invitato a rinunciare, con modi irragionevolmente perentori, adducendo quale motivazione una propria candidatura alla Provincia.

Il sindaco, forse, dimentica che l’amministrazione in carica nasce da una lista civica e, ancora, che di conflitto si potrebbe parlare se appartenessimo allo stesso partito. Così non è. Ho rifiutato legittimamente di allinearmi al suo volere, per quanto attiene alla richiesta di non candidarmi. Sfugge probabilmente al sindaco che nulla impedisce di candidarsi entrambi in partiti diversi. Sfugge pure che il confronto politico per essere sano richiede lealtà; lealtà che oggi non riscontro nella sua decisione di “defenestrarmi”. Ed oggi, l’impressione è quella di subire una decisione carica di ingratitudine e livore».