Tosta, ruvida, guerriera: tanti gli aggettivi con cui i giornali ricordano la presidente scomparsa. Da due giorni la notizia domina le home page dei siti, mentre il Corsera affida a due giornalisti calabresi un servizio con richiamo in prima
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Giornali “amici”, ma anche organi di stampa dalla linea diametralmente opposta: è politicamente trasversale, ma non senza sfumature, la lettura mediatica nazionale del decesso della presidente Santelli. Una notizia che da due giorni è “in evidenza” sulle home page dei siti, col Corriere della Sera che si spinge ad un richiamo in prima – nella edizione cartacea – con un pezzo a due firme: dei calabresi Tommaso Labate e Carlo Macrì. E dire che Santelli aveva spesso criticato quel cono d’ombra informativo che, dalle capitali del sistema giornalistico, indugia spesso solo sui fatti di cronaca nera: in queste ore di lutto si è invece dissolto imponendo all’intero paese di conoscere, il valore della persona e il significato della linea politica, della prima governatrice calabrese.
Huff Post richiama nel titolo il suo «spirito guerriero», sottolineando sia gli impegni a Roma, sia alcune manifestazioni del suo carattere «vulcanico, tosto, ruvido a volte». Apprezzata anche da un giornale di orientamento opposto al suo, mentre sull’altra sponda politica - Libero – aggiunge un titolo su Giorgia Meloni che rimprovera il direttore Marco Travaglio per vecchie polemiche sul valore di Santelli.
Articoli, ma anche repliche alle invettive social. Come quella che è stato costretto a fare – sul proprio profilo facebook – il giornalista del Fatto Quotidiano, Antonello Caporale, che, accusato di aver intervistato Santelli sulla sua malattia, ha deciso di pubblicare una conversazione privata in cui l’allora candidata alla Regione lo ringraziava per le parole usate nell’articolo.
Il Giornale diretto da Alessandro Sallusti, poi, oltre a ricordare l’amicizia con Silvio Berlusconi – nei cui governi Santelli fu sottosegretario in due occasioni - fa muro contro chi confonde politica e cattivo gusto, attaccando l’attivista dei 5Stelle che in un post aveva accostato la mafia alla governatrice. Non un coccodrillo scontato, quello dei giornali nazionali, che in diversi casi – come per Repubblica – immediatamente sono anche passati all’analisi di quel ora accadrà dopo che il timone è passato al vicepresidente leghista, Nino Spirlì.