«Ancora una grave aggressione al personale medico. Condotte inverosimili che accadono di continuo in Calabria mettendo a repentaglio la stessa vita dei medici, degli infermieri e di tutti coloro che si prodigano per salvare le vite umane. È successo ieri notte all'Ospedale Giannettasio di Corigliano-Rossano. Non è il primo caso che accade in Calabria e non sarà, sicuramente l'ultimo». Lo afferma, in una nota, il commissario regionale della Lega Francesco Saccomanno.

«Gesti deprecabili da condannare decisamente - prosegue Saccomanno - con richiesta di immediato intervento delle istituzioni, e tanta solidarietà agli aggrediti. Ma, non basta solo questo. Bisogna analizzare oggettivamente il perché accadano tali eventi. Altrimenti, si cade nella semplice e sterile retorica. Vi è un sistema sanitario in Calabria che non funziona e che ha mille criticità: dalle ambulanze che non arrivano per tempo, ai pronto soccorso che non riescono a dare risposte in tempi adeguati, ai posti letti quasi sempre al completo, alla mancanza di medicina territoriale, alla carenza di personale, alla assoluta assenza di una rete che possa, in qualche modo, migliorare i servizi. A questo si aggiunga l'improvvisazione ed ecco che la gente è esasperata».

«Certo, non possono che condannarsi - sottolinea Saccomanno - le azioni violente, ma è anche vero che dinnanzi ad uno stato di malattia il sistema deve rispondere in modo adeguato e non lasciare i pazienti spesso nei corridoi per intere giornate. Il problema si aggraverà ulteriormente, specialmente nel periodo estivo, per l'aumento della popolazione e per le riduzioni del personale che ha diritto anche di avere le ferie. Cosa fare? A parte assumere tutte quelle iniziative che sono state ignorate per anni e che hanno portato al declino della sanità calabrese oltre che all'aumento del deficit, consentendo anche ruberie ed illeciti, che dovranno, in tutti i casi, pagare i calabresi, vi è da sollecitare dei provvedimenti urgenti ed immediati che, però, devono seguire un percorso già predisposto, tracciato e condiviso, e, quindi, su un sostenibile sistema sanitario».

«Nel frattempo, è bene chiedere, però, la creazione di un presidio di forze dell'ordine negli Ospedali, in modo tale che i sanitari, che sono morti ed hanno rischiato la vita per il Covid - conclude Saccomanno -, possano lavorare in santa pace e senza il timore di minacce, aggressioni, e, comunque, azioni violente che non facilitano, sicuramente, il loro già difficile compito in strutture deficitarie, obsolete ed insufficienti per personale, strutture e attrezzature».