Non c'è alcun impegno formale a chiudere la parentesi del commissariamento in sanità, che in Calabria si protrae ormai da oltre dieci anni. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha evitato prudenzialmente l'argomento più dibattuto a queste latitudini in queste ultime settimane che dividono i calabresi dal voto del 3 e del 4 ottobre per il rinnovo di Consiglio e Giunta regionale. Da sinistra a destra, i candidati hanno, infatti, invocato a più riprese la fine del commissariamento nel settore sanitario ma il titolare delle deleghe alla Salute - apparso questa sera in collegamento da Roma al fianco della candidata alla presidenza della Regione Calabria, Amalia Bruni - non ha fornito alcuna certezza in tal senso

La sfida della Calabria 

«Penso che la Calabria oggi abbia una sfida di fronte a sè e nella sfida ha bisogno chiaramente bisogno di sviluppare una grande sinergia tra il Governo regionale, i Governi territoriali e il Governo nazionale. Ed è la sfida di entrare in questo tempo nuovo della sanità». Il riferimento del ministro è alla stagione degli investimenti inaugurata con il piano nazionale di ripresa e resilienza. Ad inizio del suo intervento ha snocciolato alcuni dati in riferimento al cambio d'approccio alle materia sanitarie al momento del suo insediamento. 

I fondi 

«A pochi mesi dopo il mio insediamento con la legge di Bilancio che si approvò a dicembre in Parlamento noi abbiamo ottenuto un primo importante risultato, cioè il raddoppio dei soldi che erano sul fondo del sanitario nazionale: da un miliardo a due miliardi. Poi è arrivato il Covid e in un solo anno abbiamo messo dieci miliardi di euro sul fondo sanitario nazionale, di cui sei a regime e quattro di spese straordinarie. Con il Recovery ci sono venti miliardi di euro. Ora questi numeri danno il senso della stagione in cui noi siamo, cioè una nuova enorme consapevolezza che la salute è la grande questione su cui investire e la vera sfida credo che sia questa come noi in questo tempo apriamo una nuova stagione di investimenti»

I mali della Calabria

La Calabria, secondo il ministro: «Nel tempo dei tagli e nel tempo delle restrizioni è andata fortemente in difficoltà e lo stato di oggi della sanità calabrese risente esattamente di questa stagione di mancati investimenti nazionali e di fragilità e debolezza regionale. Oggi la sfida di fondo è che si apre una nuova stagione nazionale, abbiamo risorse inedite, senza precedenti sul servizio sanitario nazionale. Dobbiamo assolutamente non perdere questo treno e infilare una regione importante del nostro Paese e del nostro Mezzogiorno dentro questa sfida».

La campagna elettorale

L'esponente di Articolo 1 poi tira la volata alla candidata del centrosinistra: «Io sono molto contento di poter esprimere il mio convinto sostegno alla sua candidatura, un convinto supporto a questa sfida che ha voluto lanciare e che prova a disegnare l'idea di un orizzonte diverso per il futuro di questa terra meravigliosa che è la Calabria, di questo pezzo del nostro Paese a cui credo siamo tutti legati da grandissimo affetto e che però merita sicuramente molto di più. Merita una maggiore attenzione nella capacità di Governo territoriale e merita anche una più significativa attenzione da parte nazionale. Questa candidatura di Amalia Bruni io credo che sia particolarmente significativa perchè arriva in un momento in cui c'è una vera e nuova centralità delle politiche sanitarie. Io penso che siamo al passaggio cruciale in cui si apre una fase di nuovi investimenti inediti per la storia del nostro Paese».

Tuttavia, almeno implicitamente il ministro della Salute era stato invitato dal responsabile Enti Locali del Partito Democratico, Francesco Boccia, ad assumere impegni sul versante sanitario: «Penso che questo incontro sia un incontro importante – aveva detto - un confronto aperto con Amalia e con Roberto. L’oggetto principale di questo nostro confronto che è stato comune denominatore delle forze progressiste che hanno unito le proprie energie attorno ad Amalia non può non partire da un diritto universale come la salute. E in Calabria questo diritto universale è negato».

«Io penso che il confronto con il ministro della Salute debba essere franco utile a costruire in maniera definitiva ed inequivocabile la proposta politica che la coalizione di centrosinistra unita al Movimento 5 Stelle mette all’attenzione dei calabresi in questi ultimi giorni di campagna elettorale. Noi ci siamo detti con chiarezza alcune cose e cioè che mai più vincoli di bilancio - e lo abbiamo detto in Italia e in Europa – potranno limitare o addirittura comprimere diritti universali come la salute e scuola. E non solo perché sono scolpiti dalla nostra Costituzione ma perché se c’è una lezione che abbiamo appreso dall’emergenza è che quei diritti – usciti fuori anche dalla programmazione del recovery plan – dovranno basarsi su una nuova visione di società che è completamente diversa da quella della destra».

«Se è vero come è vero che noi abbiamo ottenuto quelle risorse in Europa per ridurre la diseguaglianza - conclude il ministro - e per intervenire sul rafforzamento dei diritti universali allora la vicenda calabrese non può più essere gestita così come è stata gestita nel decennio che abbiamo alle spalle. Ora siamo alla vigilia del voto, si voterà anche per una sanità nuova, per una prospettiva sociale diversa, si voterà per una Calabria più sicura e questo sicura deve trasformarsi in un ulteriore e definitivo nostro impegno politico. Abbiamo bisogno che il Governo nazionale abbia al proprio interno la certezza, la convinzione che si riparta da quei parametri, ossia la riduzione delle diseguaglianze e se c’è una terra che deve ridurre le diseguaglianze è la Calabria».

Bruni: «Istituire un tavolo a Palazzo Chigi assieme al ministro»

E neppure la candidata del centrosinistra, Amalia Bruni, non ha mancato di far notare al ministro come: «La Calabria sia come un malato in Rianimazione in cui l’attività cerebrale è ormai piatta e a cui il Tavolo Adduce continua a dire Alzati e Cammina. Quindi noi non siamo nelle condizioni di poter riprendere questa sanità solo con l’aspetto del commissariamento che possa essere agito in capo al Presidente della Giunta Regionale perché è una piccola parte del problema, indipendentemente da chi ci sia sotto quel cappello».

«Dunque la nostra proposta è esattamente quella di istituire un tavolo a Palazzo Chigi assieme al ministro della Salute e al ministro dell’Economia e assieme alla Regione Calabria perché noi vogliamo fare la nostra parte – ha chiarito la scienziata – vogliamo assolutamente contribuire alla rinascita di questa terra ma dobbiamo essere aiutati, dobbiamo essere accompagnati in un percorso che necessità quasi sicuramente all’interno di una nuova cornice amministrativa perché la Calabria è non può essere trattata alla stregua di altre regioni, siamo rimasti veramente l’ultima ruota del carro. Siamo ultimi in tutto e quando non siamo ultimi, i dati non sono pervenuti