Un decreto salva Calabria per congelare il debito, bypassare il commissariamento per far ripartire le assunzioni di personale medico e consentire ai calabresi di potersi curare vicino casa.

Un decreto per accollare il debito allo Stato

E’ questa l’idea lanciata da Marco Siclari, senatore reggino di Forza Italia e componente della Commissione parlamentare sanità, per ribaltare le scelte del ministro Grillo e del governo “gialloverde”.

Per il senatore Siclari si tratta di una soluzione tecnica in grado di superare la stagione del piano di rientro e della gestione commissariale che in Calabria ha portato solo tagli e riduzione dei servizi.

L’idea è semplice. Si tratta di congelare il debito sanitario calabrese, di accollarlo sulle spalle dello Stato per permettere alla macchina sanitaria di ripartire, coprire con criteri concorsuali le oltre mille postazioni vacanti e tornare ad offrire prestazioni di alto livello.

«I membri del Governo - ha detto Siclari - non parlano minimamente di come faranno a ripianare il debito, a migliorare l’assistenza sanitaria, a migliorare l’organico ridotto all’osso, a migliorare l’edilizia ospedaliera che è fondamentale negli ospedali calabresi (abbiamo strutture senza agibilità e improponibili in alcune zone). Non dicono - continua - come faranno rispettare il piano di rientro (non è riuscito nessun commissario), perché dovrebbero ammettere ulteriori tagli all’assistenza sanitaria che porteranno un aumento del numero di calabresi che si cureranno fuori Calabria».

«Il rischio attuale è l'aumento delle tasse»

Per il senatore forzista il rischio concreto per i calabresi è quello di vedersi aumentare le tasse e ridurre, ulteriormente, le prestazioni erogate dal Servizio sanitario regionale.

«Lo Stato - ha proseguito Siclari - deve accollarsi il debito perché, in questo stato di fatto, c’è la responsabilità anche dello Stato che con il commissario ha creato l’emergenza sanitaria, ha creato nuovo debito e soprattutto perché il tavolo tecnico dell’Agenas non si è accorto che mancano i bilanci dal 2012 da 6 anni». 

«I calabresi sono pronti a pagare»

«Noi calabresi - ha detto ancora il senatore reggino - vogliamo pagare il debito, non vogliamo elemosinare nulla a nessuno. Siamo disponibili persino a pagare tutto il debito in una sola generazione. Dilazionando lo stesso in 30 anni e pagando 1 euro e 50 centesimi al mese a cittadino. Il costo di un cappuccino al mese. Piuttosto che pagare il cappuccio da subito per il piano di rientro con la certezza scientifica che tra 10 anni siamo punto e da capo come già accaduto». 

 

L’ultima battuta, infine, di Marco Siclari è stata dedicata alla politica e alle prossime regionali. «Oliverio - ha concluso Siclari - ha fallito completamente, è stato miope nella sua politica. Il mio prossimo governatore sarà colui che farà firmare al proprio partito il Patto per la Calabria».