«Dopo l’approvazione del Decreto Calabria, dall’unico e vero promotore, ovvero il Movimento 5 stelle, ci saremmo aspettati di tutto ma non che venissero a Locri a spiegarci come risolvere una situazione drammatica che loro stessi hanno contribuito ad aggravare».

 

A parlare è il senatore forzista Marco Siclari, alla luce della recente visita all’ospedale di Locri dell’onorevole pentastellata Dalila Nesci, la quale ha inteso indicare quali interventi debbano essere attuati per rilanciare il nosocomio locrese e la sanità calabrese. 

 

«Capisco tutte le ragioni di chi si sta giocando le elezioni regionali, ma ritengo inopportuno, da medico prima e da senatore calabrese poi, fare politica sulla pelle e sulla salute dei calabresi. Com’è possibile per i Cinquestelle dettare ricette per risolvere il problema della sanità in Calabria dopo aver occupato il Ministero della Salute, in maniera assolutamente deficitaria con l’onorevole  Giulia Grillo? Dopo aver rimosso il commissario Scura, ha tuttavia riconfermato il commissariamento che si è già dimostrato uno strumento inefficiente e fallimentare a prescindere dalle capacità del commissario nominato dal Governo. Tutto ciò è aggravato dal Decreto Calabria approvato, a giugno, dalla Nesci e dal M5S che come dimostra la cronaca di questi giorni, non ha portato alcuna soluzione migliorativa per la sanità territoriale calabrese. Il Decreto Calabria, infatti, non soltanto non ha risolto alcuna delle problematiche che attanagliano il Servizio Sanitario Regionale – ha aggiunto Siclari - ma ha creato nuove criticità ed ha acuito i disservizi già presenti in passato così come conferma la visita della Nesci a Locri».

 

Fatte le dovute considerazioni, Siclari coglie anche l’occasione per ricordare di aver «presentato gli emendamenti migliorativi al Decreto Calabria», emendamenti respinti senza che fossero nemmeno approfonditi o discussi.

«Mi chiedo come sia possibile migliorare la sanità calabrese se il M5S al Governo ha previsto: il blocco del turnover e quindi non vi è possibilità di assumere 1210 medici, 2400 infermieri;  lo scioglimento delle Asp che, come dimostra il caso dell’azienda reggina, porta alla paralisi delle strutture perché mancano le risorse; il commissariamento del commisariamento del commissariamento del servizio sanitario regionale ingessando l’assistenza sanitaria territoriale. Finora i cinquestelle hanno dato prova solo delle loro contraddizioni – ha concluso il senatore azzurro – ma con la salute delle persone non può scherzare».