VIDEO | I parlamentari cinque stelle sugli scudi: «Stanno alimentando una guerra tra poveri a Corigliano-Rossano». Il depotenziamento dello Spoke sibarita tenta di mettere sulla graticola il processo di fusione. Che non c’entra nulla. Intanto arrivano le rassicurazioni del dg dell'Asp di Cosenza
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Se il processo di fusione di Corigliano e Rossano fosse stato avviato e portato a compimento negli anni scorsi, probabilmente nessuno, né la politica tantomeno tecnici e commissari, si sarebbero mai permessi di oltraggiare una Città di oltre 80mila abitanti con un’utenza dell’hinterland che ne richiama altri 200mila. Soprattutto in ambito sanitario. Oggi, così come evidenziato nei giorni scorsi da LaC News 24, la Sibaritide e lo Spoke di Corigliano-Rossano perdono altri posti letto in una rete ospedaliera che è la più povera dell’intera regione e che è diventata terreno di approvvigionamento per far “quadrare i conti” in altri territori.
Ovviamente la fusione non c’entra nulla. Anzi, aumenta il peso di un territorio che diversamente, dopo essere rimasto privo di qualsiasi autorevole rappresentanza all’interno del parlamento regionale (vera cabina di regia dove si gestiscono le sorti dei territori), è stato totalmente lasciato in balia di se stesso e – al contrario – diventato podio prediletto per annunci, proclami e promesse. Diceva bene Oliverio, qualche tempo fa, che la Sibaritide «è la polpa della Calabria». Ma orami, qui, si rosicchia quasi l’osso. A prescindere dalle tante e buone intenzioni (nuovo ospedale, elettrificazione della ferrovia, ammodernamento della statale 106) che al momento, però, sono solo in divenire. Dunque, la fusione di Corigliano-Rossano – dicevamo – è oggi più che mai salvifica e funge da deterrente ad un processo di totale spoliazione del comprensorio dell’Alto Jonio. Partito con la soppressione del Tribunale di Rossano nel 2013 e che oggi si trova nella fase di limbo dove ognuno (politici e burocrati in primis) si sente libero di far bottino.
La partita sulla sanità giocata in pressing dai Cinquestelle
«Il direttore dell’Asp di Cosenza Raffaele Mauro procede impunito il suo disegno di smantellamento della sanità nella Sibaritide». Sono i quattro parlamentari dei 5 stelle, Francesco Forciniti, Elisa Scutellà, Silvana Abate e Francesco Sapia, tutti rappresentanti della Sibaritide e di Corigliano-Rossano, ad entrare a gamba tesa sull’argomento e falciare in tackle il diggì dell’azienda sanitaria cosentina, stopper in una difesa che fa acqua da tutte le parti. Anche se, a dire il vero, la strategia di gioco del mister grillino è poco comprensibile: pressing sullo stopper (Mauro) e solo una marcatura a zona larga sul libero (il commissario Scura) e sul registra (Oliverio).
Il Tackle. «Dietro quella che formalmente viene fatta passare come una riorganizzazione materiale dello Spoke – dicono i pentastellati - necessaria per migliorarne l’efficienza complessiva, si cela invece il disegno di scippare un pezzetto alla volta questo territorio finanche dei servizi sanitari essenziali, come se non stessimo già parlando dell’area con il più basso rapporto fra abitanti e posti letto della Calabria e forse anche d’Italia».
La marcatura a zona su Scura, redattore e ideatore di questa nuova riorganizzazione degli ospedali. «A noi -scrivono i grillini in una nota - interessa poco alimentare una sterile “guerra fra poveri” fra Corigliano e Rossano, pertanto non vogliamo contestare in sé la necessità di riorganizzare i due nosocomi attraverso lo spostamento di reparti. Ma quando tali trasferimenti non sono a saldi invariati, e alla fine della fiera comportano la riduzione del numero totale dei posti letto a disposizione dello Spoke, non si può certo rimanere silenti e accettare che si continui a mortificare la nostra intelligenza con un provvedimento palesemente in contrasto con l’Atto Aziendale e quindi illegittimo».
Il “sombrero” su Oliverio
«In attesa dell’ospedale unico, eterno specchietto per le allodole che la nostra classe politica regionale annuncia prossimo alla costruzione ad ogni tornata elettorale, Mauro non si azzardi a depotenziare il Giannettasio di Rossano e il Compagna di Corigliano, che sono presìdi fondamentali per l’intera fascia ionica, peraltro gravata anche dal maggiore carico derivante dalle recenti soppressioni dei vicini presidi di Cariati e Trebisacce».
Il tiro in porta
«Pertanto – dicono Forciniti, Scutellà, Abate e Sapia - esortiamo il Commissario Scura a prendere gli opportuni provvedimenti, così come invitiamo il presidente Oliverio, che giusto ieri è venuto a fare passerella da queste parti nell’ennesima cerimonia-farsa, a dimostrare concretamente di tenere allo Ionio Cosentino, prendendo immediatamente posizione nei confronti del direttore dell’Asp di Cosenza, affinché garantisca subito il ripristino dei dieci posti letto scippati, magari adibendoli a medicina di urgenza presso il Giannettasio di Rossano».
Ma se è vero che l’anello debole della squadra avversaria è uno stopper claudicante e con poca fantasia - Mauro, appunto - per vincere le partite bisogna sperimentare una tattica che neutralizzi i registi della parte avversa e non li metta in condizioni di andare a rete, addirittura in contropiede.
Le rassicurazioni di Mauro
Ma proprio nelle ultime ore, il direttore generale dell'Asp di Cosenza, Raffaele Mauro, vestendo i panni del pompiere ai microfoni di LaC News24, ha cercato di sopire la polemica tutt'ora in atto che sta interessando un po' tutte le forze politiche e sociali del territorio. «Il decreto commissariale 64/2016 - spiega Mauro - lascia dei posti di Chirurgia in Day-Surgery su Corigliano e la urgenza chirurgica e l'ordinario chirurgico su Rossano. Procederemo da subito - annuncia il diggì dell'Asp di Cosenza - a recuperare i requisiti strutturali e a migliorare il comfort del polo chirurgico di Rossano per incrementare l'unità operativa di Chirurgia dei rimanenti posti». Detta così, la questione sembrerebbe essere (parzialmente) risolta. Bisognerà vedere, ora, come e quando saranno attivate le procedure previste dal DCA 64/2016.
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