«Il senatore Giuseppe Mangialavori mangia i fatti, quando afferma che il Movimento 5stelle è diventato silente sulla sanità calabrese». Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Dalila Nesci e Francesco Sapia, della commissione Sanità, in replica a un attacco a mezzo stampa del parlamentare di Forza Italia.

 

«Evidentemente – proseguono i deputati 5stelle – il senatore Mangialavori, che è anche medico, vuole far dimenticare il lungo immobilismo sulla sanità calabrese che ha mostrato da consigliere regionale. Nel ruolo si è distinto per aver accettato supinamente, al pari dei suoi colleghi, le imposizioni del commissario Massimo Scura, il quale ha più volte scavalcato, a partire dall'integrazione “pacco” tra l'ospedale e il policlinico universitario di Catanzaro, le prerogative del Consiglio regionale, che invece il Movimento 5stelle ha difeso a spada tratta». «Il governo nazionale in carica – precisano i 5stelle – è già intervenuto, intanto sul piano normativo, per rimuovere Scura, ora al capolinea, atteso che il governo di centrosinistra del Nazareno, sodale di Forza Italia in cui milita Mangialavori, ripristinò la compatibilità tra le cariche di governatore regionale e commissario ad acta».

 

 «Non ci risulta – incalzano i deputati M5s – che Mangialavori abbia come noi prodotto atti parlamentari per la decadenza dei direttori generali delle aziende sanitarie protagonisti di disavanzi di bilancio o che, come noi, abbia presentato proposte di legge per l'aumento dei fondi destinati al Servizio sanitario calabrese. Non risulta che Mangialavori-mangia fatti si sia speso contro la gestione incontrollata, anche da parte di Scura, dei direttori generali nominati dal presidente Mario Oliverio, né risulta che il senatore forzista abbia speso parole e tempo sulla grave vicenda della Chirurgia ospedaliera di Crotone o sulla storia inquietante delle presunte medicazioni con i cartoni all'ospedale di Reggio Calabria». «Perciò – concludono Nesci e Sapia – Mangialavori farebbe bene a convincersi che l'operato politico si giudica sui fatti, non sulle chiacchiere o sulle narrazioni fantasiose e cinobalaniche».