Il Senato ha approvato la fiducia posta dal governo sul decreto Calabria, nel testo già licenziato dalla Camera. Il decreto è dunque legge. I sì sono stati 149, i no 117 (tra cui il senatore di Iv Ernesto Magorno) ed un astenuto. Il provvedimento è già stato licenziato dalla Camera il 10 dicembre scorso con  246 voti favorevoli e 119 contrari. Il ministro Federico D'Incà, all'inizio della seduta, aveva posto a nome del governo la fiducia sul Dl con le norme che dettano le funzioni del Commissario alla sanità della Calabria. In aula subito dopo sono iniziate le dichiarazioni di voto sulla fiducia. 

Magorno (Iv) ha votato no

«Non posso che sentirmi mortificato e deluso da un Governo che, di fatto, sembra aver dimenticato e abbandonato la Calabria. Una Calabria considerata sempre di più Cenerentola di Italia. Con un mio emendamento al Decreto Calabria proponevo di istituire, all'interno della struttura commissariale della sanità un organo formato dai sindaci, con poteri di controllo e di proposta. Purtroppo, questa norma è stata inopinatamente stralciata e ciò dovrebbe preoccupare l'intera delegazione dei senatori calabresi, quantomeno di coloro che appartengono al centrosinistra e alla maggioranza di Governo». Così il senatore di Italia Viva Ernesto Magorno.

Il no di Forza Italia

«Il decreto in esame rappresenta la palese sconfitta delle politiche commissariali attuate negli ultimi 10 anni in Calabria, dove è peggiorata la qualità dei servizi erogati, sono aumentati i viaggi della speranza e si è avuto il blocco del turn over. Piuttosto che commissariare ancora, addirittura aumentando i termini a 24 mesi, non sarebbe stato meglio pensare ad un piano straordinario per l'adeguamento dei tanti ospedali chiusi o sottoutilizzati?»

Lo ha detto nell'aula del Senato la vicepresidente del gruppo di Forza Italia, Maria Rizzotti, intervenendo sul dl Calabria. «Un commissariamento che aveva denunciato già Jole Santelli. La sensazione che abbiamo oggi è che il governo sia preso solo dalla bramosia di gestire direttamente la sanità e le sue poltrone. Siamo qui a discutere dunque di un decreto - ha aggiunto la senatrice Fi -, in cui si affidano 440 mln di soldi pubblici ancora una volta al commissario Arcuri senza alcun controllo e con la tutela di uno scudo penale, negato invece ai medici e al personale sanitario. Tutto ciò è vergognoso. Questo decreto - ha concluso la senatrice Rizzotti - non tutelerà il diritto alla salute dei calabresi».

«Il decreto che proroga il commissariamento della Sanità calabrese per ulteriori due anni viola apertamente diversi principi costituzionali, in primo luogo quello che prevede la leale collaborazione tra enti territoriali e lo Stato e la sussidarietà. La Regione invece viene privata di svolgere la sua funzione ed i suoi legittimi poteri».

Lo ha affermato, la senatrice di Fi, Fulvia Caligiuri illustrando la proposta di non passare all'esame degli articoli del dl Calabria che prevede la proroga del commissariamento della Sanità calabrese.

«Inoltre, il commissarimento - ha aggiunto Caligiuri - è finalizzato al mero rientro del debito senza tenere in alcun conto la necessità di garantire le cure ed una sanità all'altezza ai calabresi sul loro territorio. Ecco perché chiediamo il non passaggio agli articoli».

«Dopo i fallimenti di ben undici anni di commissariamento l'unico provvedimento da fare d'intesa con tutte le forze politiche era la restituzione della gestione della sanità alla Regione».

Italia Viva per il Sì

«Tutti dobbiamo impegnarci affinché la Calabria possa superare il commissariamento e restituire alla sua popolazione il diritto alla salute. Troppe volte la Calabria non ce l'ha fatta, ora dobbiamo farcela e lo dobbiamo ai cittadini e alle cittadine Calabresi che da anni si spostano per i loro bisogni sanitari, lo dobbiamo ai giovani ricercatori, ai professionisti della sanità che scelgono di tornare in Calabria per riportare eccellenza».

Lo ha detto in aula al Senato la senatrice di Italia Viva, Annamaria Parente, presidente della commissione igiene e sanità a Palazzo Madama annunciando il sì di Italia viva alla fiducia sul decreto Calabria.

«Lo dobbiamo anche alla classe politica che vuole cambiare le cose, ai sindaci che qualche giorno fa mi hanno portato il loro grido di dolore. Cominciamo una nuova era. Torniamo alla normalità e facciamo della Calabria anche un esempio di ripristino delle cure primarie, della medicina territoriale, di come anche il sistema sanitaria deve funzionare».
«In questo provvedimento abbiamo anche ottenuto una informativa mensile dei sindaci per sono sempre in prima fila. Lo Stato impegna risorse economiche e risorse umane per questo decreto. Abbiamo una grande occasione per far risollevare le sorti della bellissima terra calabrese e per queste ragioni, il gruppo di Italia Viva voterà la fiducia al provvedimento Calabria».

Il Governo ha posto la fiducia per non cambiare il testo approvato all'inizio di dicembre. In quel caso, infatti, il decreto dovrebbe tornare indietro per una nuova discussione alla Camera. Ecco sa prevede nel merito il Dl.

Ancora due anni di commissariamento

Il Governo prevede una durata del decreto, e quindi del commissariamento straordinario della sanità calabrese, per due anni. Nelle precedenti bozze si riservava la possibilità di estendere la validità del decreto ancora ad un altro anno su proposta del ministero della Salute. Il commissario ad acta, di nomina governativa, sarà affiancato da "uno o più sub commissari". Inoltre, scema la presa del Governo sulla Regione: il dipartimento Tutela della Salute non sarà più sottoposto alla struttura commissariale. Dovrà essere, invece, il commissario ad acta a procedere alle nomine dei commissari straordinari delle aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria che potranno godere di un compenso extra non superiore a 50mila euro a carico del bilancio del ministero della Salute. 

No alle nomine dei dg

Si blinda poi contro l'eventuale - ma ormai tramontata - nomina da parte delle Regione di direttori generali alla guida delle aziende sanitarie e ospedaliere. Sempre all'articolo 7 dispone: "I direttori generali degli enti del  servizio sanitario della regione Calabria,  nonchè ogni  ulteriore organo ordinario o straordinario, comunque denominato, preposto ad aziende o enti del servizio sanitario regionale, eventualmente nominati  dalla  medesima Regione successivamente  al 3 novembre 2020, cessano dalle loro funzioni dalla data di entrata in vigore del presente decreto".

Restano i commissari

Restano in sella, invece, i commissari straordinari nominati dal Governo a seguito dell'approvazione del precedente decreto Calabria: "Fino alla nomina dei commissari straordinari sono esercitati i poteri dei commissari straordinari,  già  nominati ai sensi dell'articolo 3 del decreto-legge 30 aprile  2019, n. 35, in carica alla data del 3 novembre 2020". Nessun'altra modifica è stata introdotta. I sindaci calabresi, però, promettono battaglia e puntano ad emendare il decreto in fase di conversione in legge, come hanno annunciato negli scorsi giorni