È possibile chiedere di cancellare un debito senza prima sapere a quanto ammonti? In Calabria sì. Prova ne è la proposta in tal senso avanzata di recente dal candidato in pectore della coalizione di centrodestra Roberto Occhiuto, simile a quella arrivata da chi in questo momento si trova alla guida di quella stessa coalizione (e pare non disdegni l'ipotesi di fare il bis), Nino Spirlì. Ma che credibilità può avere la richiesta di ripianare un deficit che non si conosce? Nessuna, almeno secondo il consigliere regionale Carlo Guccione, impegnato da diversi anni ormai nel tentativo di far luce sulla gestione economica del sistema sanitario calabrese. Senza chiarimenti su quest'ultima, sostiene, ogni iniziativa che riguardi il buco nei bilanci di Asp e Ao si riduce a mera «propaganda».

Se Reggio piange, gli altri non ridono

Il problema è che a riguardo si sa pochissimo, se non che i conti non tornano. «Diversi sono i bilanci bocciati dal commissario ad acta Longo: il bilancio di esercizio 2019 dell’Asp di Vibo Valentia, i bilanci 2018/2019 dell’Asp di Crotone, il bilancio di esercizio 2019 dell’Asp di Reggio Calabria. L’unico che è stato fino ad oggi approvato è il bilancio di esercizio 2019 del Grande ospedale metropolitano Bianchi – Melacrino – Morelli», ricorda il democrat. Proprio a Reggio si registrano i problemi più gravi. In riva allo Stretto l'ultimo rendiconto approvato risale a quasi dieci anni fa e in quest'arco di tempo le cose sono andate peggiorando. «La relazione finale della commissione straordinaria dell’Asp – scrive il consigliere regionale - è zeppa di riferimenti a dati e situazioni di inaudita gravità, tant’è che il collegio sindacale, nella relazione al bilancio 2019, ha ritenuto di esprimere parere non favorevole all’approvazione del documento contabile per il mancato rispetto del principio di continuità ed interdipendenza dei bilanci di esercizio non avendo adottato i bilanci pregressi dal 2013 al 2018».

Otto commissari in tre anni

Non va meglio a Cosenza, dove siamo già all'ottavo commissario di fila negli ultimi tre anni che non dà il suo ok entro i tempi stabiliti al consuntivo. L'ultimo bilancio approvato risale ormai al 2018 e la sua attendibilità è parecchio dubbia , stando ai rilievi mossi dalla Corte dei Conti e alle ultime indagini della Procura locale. «Cosa si nasconde – chiede Guccione - dietro al fatto che l’attuale commissario, pur avendo una scadenza contrattuale di approvazione di tutti i bilanci passati, ha chiesto una proroga perché non è in grado di approvare un bilancio consuntivo 2018 che si avvicini alla realtà nonostante tutto il lavoro effettuato?».

Un aiuto dalla Guardia di Finanza

Undici anni dopo il primo commissariamento della Sanità calabrese la contabilità del sistema resta avvolta nel mistero, eppure c'è chi chiede «l’azzeramento di qualcosa che non si conosce e di cui non c’è certezza». E se Spirlì pensa a una Regione affiancata dall'esercito, Guccione pare preferire la Guardia di Finanza: «È necessario superare la propaganda e utilizzare tutti i mezzi necessari, anche una task-force con la presenza della GdF con cui la Regione ha attivato una convenzione, per fare chiarezza sui bilanci di ogni singola Asp e Azienda ospedaliera». Anche perché queste ultime hanno un patrimonio immobiliare che vale oltre un miliardo e mezzo di euro, eppure finiscono per dilapidarlo dandolo «in gestione a privati con contratti a canoni irrisori che risalgono in alcuni casi al 1954 e che, in altri casi, com’è accaduto nell’Asp di Reggio Calabria, viene sottratto alla proprietà dell’Asp attraverso cause di usucapione». Più che della propaganda, insomma, dovrebbe essere «il momento della responsabilità e della chiarezza».