Una proroga delle autorizzazioni di accreditamento delle strutture sanitarie regionali fino al 30 giugno 2023, e la possibilità, in via straordinaria ed eccezionale, di consentire alle aziende del Ssr il conferimento di incarichi a medici, pur privi della prevista specializzazione. Queste le più importanti novità contenute nel provvedimento che stabilisce le “misure per fronteggiare la situazione emergenziale sanitaria” discusse ieri in Terza Commissione.

L’esame di merito della proposta di legge n°42 di questa legislatura, avviata dal presidente Michele Comito (FI) già nella seduta del 6 maggio scorso è stata approvata però a maggioranza, non senza distinguo anche all’interno delle opposizioni presenti nell’organismo consiliare.

Proroga per l’accreditamento

La proposta consta complessivamente di 5 articoli. Con l'articolo 1 si integra la l.r. 24/2008 (“Norme in materia di autorizzazione, accreditamento, accordi contrattuali e controlli delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private”) con una norma transitoria ad hoc, al fine di consentire ai soggetti pubblici e privati autorizzati e accreditati, di proporre l'istanza di rinnovo e quella di mantenimento dei requisiti, previste dalla legge regionale di riferimento, al fine di garantire la prosecuzione ordinaria dell'attività resa dal SSR nella situazione emergenziale della sanità in Calabria. Inizialmente il temine concesso per la proposizione delle istanze era, in analogia a quello individuato dall'articolo 103 del DL 18/2000, di novanta giorni successivi alla dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza da pandemia COVID-19.

Il presidente Comito ha presentato un emendamento che sposta il termine al 30 giugno 2023 motivandolo con la difficoltà sia del Dipartimento sia dell’Asp di trattare tali richieste in tempi celeri. In Calabria il rinnovo dell’accreditamento è previsto ogni tre anni, ma dalla discussione è stato evidenziato anche che per le strutture sanitarie in attesa di accreditamento o rinnovo l’autorizzazione verrà prorogata, previa presentazione di un’autocertificazione attestante la persistenza dei requisiti di qualità strutturali, tecnologici e organizzativi.

Assunzioni medici

Con l’articolo 2, si consente, in maniera straordinaria ed eccezionale, alle aziende del Ssr il conferimento di incarichi a medici, pur privi della prevista specializzazione. La norma individua gli elementi essenziali del contratto e, pertanto, i requisiti dei medici, la durata, la possibilità di proroga e le cause di risoluzione anticipata, facendo - comunque – salva l'applicazione della norma statale di cui all'articolo 7, commi 5-bis e ss. del T.U.I.

Anche l’articolo 2 è stato emendato. A proporre le modifiche Ferdinando Laghi (deMa) che con riferimento al comma 5 che ha fatto notare come - prevedendo che il carattere dell’obbligatorietà per la Regione nell’organizzare e riconoscere percorsi formativi dedicati all’acquisizione di competenze teorico-pratiche negli ambiti di potenziale impiego di medici privi del diploma di specializzazione – non sia condividisibile il carattere della discrezionalità contenuto nel testo originario.

È stato poi lo stesso Comito a chiarire che trattasi di una «opportunità ulteriore» alla quale attingere dopo aver fatto ricorso a tutti gli strumenti esistenti e ferme restando le competenze regionali relativamente alle modalità di inserimento.
Oltre questi correttivi, Laghi si è visto approvare un secondo emendamento che riformula Il comma 7, dell’articolo 2: “Il contratto viene stipulato per la durata di un anno e può essere rinnovato per una sola volta, previa nuova verifica della sussistenza di tutte le condizioni previste”.

Infine, l'art. 3 reca la clausola di salvaguardia che faccia salve le competenze attribuite al Commissario ad acta per la prosecuzione del piano di rientro dei disavanzi del settore sanitario regionale; l'art. 4 prevede l'invarianza finanziaria di tale proposta di legge regionale, in considerazione della sua natura squisitamente ordinamentale; e l'art. 5, in ultimo, dispone l'entrata in vigore anticipata della legge, fissandola nel giorno successive a quello della sua pubblicazione sul BUR Calabria

Bruni fuori dal coro

La proposta di legge è stata approvata a maggioranza, con la sola astensione di Amalia Bruni (Gruppo misto). La leader dell’opposizione di centrosinistra è convinta che al di là dei singoli articoli esista un problema «importante e serio» pur comprendendo che la proposta nasce da urgenza di avere medici che mancano ovunque e ancor di più in Calabria e ritenendo che anche se il Veneto ha già inaugurato questa strada, la proposta nel suo complesso andasse approfondita. Non per niente Amalia Bruni – contattata telefonicamente – ribadisce di aver chiesto ulteriori audizioni, sottolineando l’assenza nella seduta di Commissione anche del Dipartimento: «Se invade competenza di Commissario ad acta? La materia è comunque competenza del Commissario. Il collega Laghi ha argomentato che siccome Azienda zero era materia di Commissario ma il governo l’ha fatta passare, anche su questa si poteva agire. Di certo c’è coscienza, tra la maggioranza e Laghi, di un possibile stop da parte del governo».

Bruni si è critica anche sulla proroga dell’accreditamento - «Siamo fuori dai limiti di legge- dice – il prolungamento ulteriore che è stato detto serve al Dipartimento che non è riuscito a sbrogliare la matassa dei ritardi, rimane un’incognita» - che sulla norma che stabilisce l’opportunità, quale ultima ratio, di assunzioni di medici senza specializzazione.

«La situazione è che oggi abbiamo una legge del 2018 che ci da possibilità di prendere specialisti e specializzandi, che sono più avanti e che vengono a trovarsi in una condizione più consona dentro una struttura sanitaria. Nel momento in cui si assume un medico senza specializzazione intanto va chiarito perché si parla di incarichi. Di quali incarichi stiamo parlando? Chi li sceglie? E sulla base di cosa verranno scelti? Non sono così tranquilla che una persona senza specializzazione possa ricoprire ruoli nel nostro Ssr che richiede prestazioni sempre più di alto livello che non possono essere affidato ad una figura che ha completato solo una parte del ciclo formativo. Mi rendo conto della necessità di avere medici e che siamo in difficoltà, ma fondamentalmente c’è un problema sull’inserimento di personale con un incarico e non con un concorso. Ma l’altro punto – conclude Amalia Bruni - è che è mancata totalmente una concertazione con medici, ordini, sindacati e Università. Ed è inconcepibile per questo tipo di argomenti».