Il movimento propone di setacciare le magagne e le anomalie degli ultimi trent’anni per individuare le cause di una sanità ormai al collasso tra malaffare e furbetti
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«Vogliamo capire perché la sanità in Calabria è stata sempre un problema e non un’opportunità. Vogliamo indagare in profondità, capire da dove arrivino gli sgravi di spesa, l’incapacità di organizzazione, quei pagamenti fatti più volte, i bilanci mancanti. Vogliamo dare dignità alla Calabria non attraverso i commissariamenti ma essendo da stimolo per la costruzione di un nuovo modella sanitario».
Così il parlamentare di Articolo Uno Nico Stumpo spiega che cosa ha portato il movimento ad avanzare una proposta di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulla stato della sanità nella Regione Calabria.
Proposta di cui è primo firmatario insieme ai parlamentari Rostan e Fornaro e presentata oggi ufficialmente in conferenza stampa a Lamezia Terme.
«Non vogliamo essere in contraddizione con il Decreto Calabria, anzi, pensiamo che se la maggioranza non appoggiasse questa nostra iniziativa entrerebbe in competizione con quanto da loro detto – ha chiarito - Non solo. Se ci dovesse essere una contrarietà questo significherebbe a mio modo di vedere che il commissariamento ha risposto solo a fini elettoralistici. Vogliamo una vera commissione di indagine che faccia luce sugli ultimi trenta anni».
Punta il dito contro il decreto, invece, il responsabile sanità di Articolo Uno Santo Gioffrè: «Nel decreto Calabria non viene mai detto che questo mira a fare uscire la Calabria dal piano di rientro», afferma spiegando che questa è condizione imprescindibile per riportare in superficie una sanità da tempo collassata.
«Vogliamo indagare su quel malcostume diffuso, sulla corruzione, che non vogliono sempre dire ‘ndrangheta, e di cui l’Asp di Reggio ci ha dato ampio conto – ha aggiunto consigliere regionale Arturo Bova - Quando non vengono tenuti i libri contabili, quando le fatture vengono pagate più volte questo è malaffare e incapacità della classe dirigente».
Gli ha fatto eco Pino Greco, segretario regionale di Articolo Uno: «Devono emergere i vari intrecci che ci sono e che ci sono stati, vogliamo dire basta e squarciare quel muro di silenzi che ha caratterizzato la sanità in Calabria».