Le dimissioni in massa dal consiglio comunale non possono essere comunicate via Pec e, in ogni caso, a San Procopio non ricorrono gli estremi per considerare “contestuale” l’abbandono di 6 consiglieri comunali che, così, non hanno determinato la fine della consiliatura. È la doccia fredda caduta sull’opposizione del piccolo centro aspromontano, vista la determinazione del prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, che, consultato dal segretario comunale – nel giorno in cui nel Municipio gli sono arrivate le comunicazioni del forfait – ha stabilito che solo 2 dimissioni sono da considerare valide, ovvero quelle di chi si è presentato di persona.

L’effetto della interpretazione della norma fa sì che il Consiglio rimanga ancora in carica, ma il sindaco Giovanni Giunta fin qui non l’ha convocato proprio per non precedere alla surroga dei due dimissionari e prendere atto che anche 4 consiglieri di maggioranza vogliono lasciare. Una paralisi che tra i suoi effetti immediati ha il blocco della macchina elettorale comunale in vista del voto regionale. «Il prefetto – spiega Giuseppe De Luca, dirigente dell’Ufficio elettorale - deve nominare un commissario ad acta per la nomina degli scrutatori». Si arriva a questa misura drastica per via di quello che il consigliere di opposizione, Edoardo Lamberti Castronuovo, definisce «sovvertimento della democrazia».

Il consigliere sostiene che il sindaco «ha l’obbligo di convocare il Consesso entro 10 giorni». Il sindaco al Comune non si trova, al telefono non risponde, mentre i cittadini rivelano uno dei problemi che questa comunità ha. «Nessuno degli 11 consiglieri eletti nel 2018 – sostiene una persona seduto in piazza – vive qui in paese, sono tutti di Reggio Calabria». Una disaffezione che non è nuova, lo stesso Lamberti Castronuovo – già sindaco di qui e assessore provinciale – si era candidato all’indomani del commissariamento per dare una scossa nel momento in cui nessuno voleva assumersi l’onere del rilancio della cittadina, e ora ammette che «ci vuole una grande forza per dedicarsi, ma l’attuale sindaco ha dimostrato, secondo i cittadini che ci hanno sollecitato, di non essere in grado di guidare a distanza il paese. Credo che sia arrivato il momento di far tornare l’amministrazione nelle mani dei cittadini».