All’incontro ha partecipato anche l’ex governatore Mario Oliverio. «Un’amministrazione molto impegnata a rappresentare sui social una realtà virtuale e a vendere fumo»
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Nei giorni scorsi il “Comitato 18 gennaio” di San Giovanni in Fiore ha organizzato un partecipato dibattito pubblico sul tema “Legalità, Democrazia e Trasparenza”, coordinato dalla giornalista Maria Teresa Cortese.
È stato Mario Oliverio ad introdurre il dibattito. L'ex presidente della Regione ha innanzitutto analizzato la condizione economica e sociale che caratterizza questa fase evidenziando che vi è «una preoccupante ripresa del fenomeno dello spopolamento che interessa in primo luogo i giovani. La novità – si legge in una nota del Comitato – è che in molti casi anche i genitori si spostano nei luoghi dove lavorano e si sono trasferiti i figli.
Assenza di lavoro e di investimenti adeguati, depauperamento e restrizione dei servizi a partire da quelli sanitari, sono alla base di una forte ripresa delle partenze e di un serio e preoccupante processo di spopolamento e di impoverimento economico e sociale».
Di fronte a questa situazione che richiede politiche nazionali ed europee adeguate e robuste per contrastare il fenomeno dello spopolamento, sarebbe «necessaria una iniziativa forte ed unitaria della Amministrazione comunale a difesa di servizi fondamentali, a partire dai servizi sanitari; a sostegno di politiche di investimento per creare lavoro; a tutela del commercio, delle piccole imprese e delle professioni locali. «Come è a tutti noto la sindaca Succurro – il Comitato 18 gennaio riporta il pensiero di Mario Oliverio – ha scelto invece di preferire commercianti, imprenditori e professionisti esterni a San Giovanni in fiore, mortificando il commercio, grande parte delle piccole imprese, tanti professionisti locali, con danno enorme per la nostra economia».
Nel corso del dibattito pubblico, vi sono stati numerosi interventi rappresentativi di esperienze varie.
«Un’Amministrazione molto impegnata – è ancora il contenuto della nota – a rappresentare sui social una realtà virtuale e a vendere fumo, evidentemente al fine di coprire pratiche spregiudicate. Il municipio da luogo di democrazia e partecipazione è divenuto un fortino nel quale il potere democratico è stato ridotto ad una sorta di tirannia nostrana. La violazione delle regole ed il ricorso alla discrezionalità sono divenute la condotta nella gestione della cosa pubblica».
«Con un finanziamento per la realizzazione di una ciclovia, invece di realizzare piste ciclabili come previsto dalla legge – proseguono dal Comitato 18 gennaio – hanno disegnato biciclette sull'asfalto su un tratto di strada con traffico intenso, senza alcuna delimitazione protettiva per i ciclisti. Non a caso, a distanza di pochi mesi, di quella pista non è rimasta alcuna traccia, neanche le biciclette disegnate con la vernice. Chi l'ha progettata? Quanto è costata? Chi l'ha realizzata? Chi l'ha collaudata? Chi e come l’ha rendicontata?»
«La gente presente ha applaudito a lungo i passaggi dei molti interventi e di Mario Oliverio, che hanno sollevato – secondo il comitato – anche altre questioni analoghe a quella della ciclovia, evidenziando la necessità di denunziare gravi ed evidenti violazioni della legalità, in particolare nell'affidamento di servizi e di lavori pubblici. È bene ricordare che persino le leggi che consentono l'affidamento diretto di lavori pubblici, prevedono il principio e la regola della rotazione delle imprese. Il Comune non è una proprietà privata e le risorse pubbliche non sono un bancomat per chi amministra».
«Tantissimi altri sono stati gli argomenti trattati come le installazioni delle luminarie definite "le luci psichedeliche per abbagliare la gente" – avanza la nota – i cui costi sono nell'ordine di centinaia di migliaia di euro ogni anno. E ciò mentre le tariffe per i servizi registrano aumenti vertiginosi a carico delle famiglie. Su queste ed altre questioni sarà richiesto accesso agli atti con l'auspicio che venga rispettata la legge. Diversamente si è costretti ad investire la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti».
«Infine non si pensi di scaricare le responsabilità esclusivamente sui dirigenti – riferiscono dal comitato – sui dipendenti comunali chiamati a sottoscrivere atti e provvedimenti illegittimi, per soddisfare la volontà del "tiranno". Lo stesso Consiglio Comunale è svuotato della sua funzione democratica ed è ridotto ad un burocratico votificio. I consiglieri comunali vengono chiamati a votare atti che li coinvolgono di persona in pesanti responsabilità amministrative e contabili. Si presume che ogni consigliere comunale sia pienamente consapevole di ciò, e solo al fine di rinfrescare la memoria ci permettiamo di porre queste considerazioni alla loro attenzione».
A conclusione dell'assemblea si è deciso di dotare il Comitato di una sede per allargare ulteriormente il coinvolgimento della popolazione.
«Obiettivo – concludono – è riaprire il circuito della partecipazione e dare a tutte le persone libere ed oneste la possibilità di confrontarsi di persona e battersi per bloccare la deriva degenerativa di una gestione arrogante ed inquinata della cosa pubblica. San Giovanni in Fiore ha una grande storia ed una Comunità sana e merita rispetto. Nella sua storia difficile e travagliata ma dignitosa e combattiva non ha mai avuto faccendieri disinvolti e spregiudicati nelle amministrazioni di diverso colore che l’hanno amministrata fino al 2020. Il "Comitato 18 gennaio" si strutturerà per dare continuità all'azione politica e proseguire una battaglia di democrazia e partecipazione come ha chiesto la partecipata assemblea di giovedì scorso».