Da un paio di settimane incombe la figura del vice responsabile nazionale agli Enti locali. Nessuno sa chi sia, ma lui è sicuro: «Questa regione non ha bisogno di un esecutivo»
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I leghisti calabresi hanno votato per Salvini, ma ora si ritrovano nelle mani di un certo Rauti. Ovviamente non in quelle di Pino, defunto leader dell'Msi, bensì in quelle del carneade Walter.
Chi è costui? Di lui si sa che è giovane e che è uno degli uomini più fidati del segretario regionale del Carroccio, Cristian Invernizzi. Rauti, per meriti non ancora noti, è da poco diventato la longa manus calabrese del parlamentare leghista, sempre più spesso nella sua Bergamo, a maggior ragione in questi tempi di quarantene legate all'emergenza coronavirus.
In Calabria ha però lasciato in pianta stabile il rampante Rauti. Sul giovane virgulto leghista non si hanno ancora notizie precise. Si dice risieda in Lombardia ma che abbia origini calabresi.
Sia come sia, il suo nome inizia a circolare poche settimane fa, quando una nota ufficiale del partito di Salvini comunica che Invernizzi è il nuovo segretario calabrese e Rauti il «vice responsabile nazionale agli Enti locali». Insieme, spiega lo stesso comunicato, «procederanno a incontrare le varie realtà del territorio per procedere alla ristrutturazione del partito e degli enti locali».
Nessuno sa chi sia
Peccato, però, che quasi nessun leghista calabrese sappia chi sia, questo Rauti. «Non lo conosciamo, lo abbiamo visto per la prima volta a dicembre, a una delle tante cene pre-elettorali della Lega. Si presentava anche alle nostre riunioni e puntualmente qualcuno gli chiedeva: "E tu chi sei?"», ricorda un militante calabrese della prima ora.
Fatto sta che il meno famoso dei Rauti, malgrado resti una figura perlopiù ignota alla politica regionale, è comunque riuscito ad accreditarsi come un interlocutore privilegiato per chiunque voglia approcciarsi alla Lega calabrese.
Pare che Invernizzi, da Bergamo, gli abbia dato carta bianca su tutto, anche sulle strategie che il Carroccio intende mettere in campo circa la prossima giunta regionale e su tutto il resto.
Proprio ieri, infatti, Rauti ha rappresentato la Lega al vertice bipartisan sul Coronavirus convocato a Catanzaro dalla governatrice Santelli.
Insomma, Rauti le cose non se le fa ripetere due volte e le occasioni le coglie al volo, da politico sì giovane, ma consumato.
Di più, il plenipotenziario di Invernizzi, che nessun calabrese ha mai avuto il piacere di votare, è perfino arrivato ad assicurare, in un'intervista (mai smentita) a Calabria7, il «pieno supporto» della Lega a Santelli, la quale si sarà di certo sentita sollevata, dopo questa promessa.
Ma Rauti è un tipo che sa alternare bene il bastone e la carota: se da una parte protegge, dall'altra scudiscia senza pietà.
Ecco che parole riserva alla «gente» (ai leghisti stessi non allineati al suo pensiero?) che fa «indebite pressioni o magari si auto-accredita, attraverso organi di stampa amici, per ottenere quanto pensa che gli spetti. Un assessorato o un posto di sottogoverno, promesso sulla base di piccoli accordicchi e giochi di potere che, lo ribadisco ancora una volta, appartengono a un passato, per quanto ci riguarda, morto e sepolto». Giovane, sconosciuto ma assolutamente perentorio, urca.
«Non c'è bisogno di una giunta»
La parte saliente viene subito dopo. Dopo un altrettanto perentorio monito sul commissariamento della Sanità («nessuno pensi di poter allungarvi le mani sopra»), Rauti la spara ancora più grossa: «Ma, più in generale, dico pure a chi si sta agitando tanto negli ultimi giorni per andare a ricoprire posti al sole o destinarli ai soliti fedelissimi: che qui intanto non c'è bisogno di una giunta. In piena fase emergenziale, basta infatti la cabina di regia che abbiamo costituito. Il resto si vedrà».
Proprio così: secondo il carneade della Lega, in Calabria – malgrado la tempesta coronavirus e gli altri mille problemi della regione cenerentola d'Europa – «non c'è bisogno di una giunta». Se lo dice Rauti, c'è da crederci.
Alcune domande alla Lega
Chissà cosa ne pensano i 95.400 calabresi (pari al 12,2% degli elettori) che, lo scorso 26 gennaio, hanno barrato il simbolo su cui campeggiava il nome di Salvini. Hanno votato per il Capitano e si ritrovano il Rauti meno famoso ma non meno sicuro di sé.
Alcune domande diventano perciò quasi obbligatorie: Salvini ha preso i voti ed è scappato, lasciando a operare nella retroguardia calabrese dirigenti di partito dall'incerto curriculum politico? La Lega ha intenzione di favorire la nascita del nuovo governo regionale o, proprio come Rauti, pensa che non ce ne sia bisogno? Il Carroccio, secondo partito della maggioranza di centrodestra, con quali uomini e con quali idee intende contribuire alla battaglia che la Calabria ha ingaggiato con il Coronavirus?
Ultima domanda, non meno cruciale: qualcuno, a via Bellerio, potrebbe spiegare chi è Rauti?
bellantoni@lactv.it