Il leader della Lega sul palco con l’unico sindaco calabrese del Carroccio. Con loro anche Nino Minicuci, sconfitto a Reggio Calabria. Non sono mancate le contestazioni ma anche scroscianti applausi e slogan per il Capitano
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Sul palco di Taurianova Matteo Salvini sale, per festeggiare il successo del neo sindaco leghista Roy Biasi, e si fa accompagnare tra gli altri dal candidato sconfitto a Reggio Calabria, Nino Minicuci.
«Nelle elezioni si vince e si perde - commenta a margine - ma intanto qui abbiamo vinto». È un leader leghista refrattario alle analisi quello arrivato nella cittadina di 16mila abitanti che ha Biasi il primo sindaco salviniano della Calabria. Entusiasmo, ma anche fischi nella piazza mobilitata dal Coordinamento regionale del Carroccio, per una manifestazione durata mezzora che, come sempre, ha avuto nel suo backstage il tratto più interessante.
Salvini scappa dai cronisti che gli chiedono conto delle frasi sugli africani e gli omosessuali pronunciate dal vice presidente della Regione, il leghista Spirlì; e tergiversa anche quando gli si chiede delle sconfitte del centrodestra nei due capoluoghi Reggio Calabria e Crotone: «Siamo qui per festeggiare un dato storico», si limita a dire. Contestatori organizzati con fischietti e striscioni, sistemati in una parte centralissima della piazza, rivolto ai quali Salvini - che spesso ha faticato a soverchiare il timbro dei fischi - ha detto: «Siete la solita prova di come la democrazia venga sfruttata a piacere».
Inevitabili le domande sulla sconfitta di Minicuci, candidato imposto proprio dalla Lega e uscito battuto dal confronto elettorale con Giuseppe Falcomatà.
«Non mi sono pentito di avere candidato Minicuci a sindaco di Reggio Calabria – ha detto Salvini all’Ansa -. Riconosco che si si è battuto come un leone, seppur perdendo. Ma nella vita si può anche perdere».
Poi è tornato a battere il tasto dell’importanza del risultato conseguito a Taurianova: «Da qui ci candidiamo a conquistare tutta la Calabria dimostrando che si può governare allontanando la 'ndrangheta ed il malaffare».