In merito al nostro articolo “Al Cdm sulla strage di Cutro con il fascicolo del Ponte sotto al braccio: lo show di Salvini”, il sub commissario della Lega, Cataldo Calabretta, replica quanto segue:

Gent.mo Direttore,
Il Consiglio dei Ministri riunitosi a Cutro, dopo la tragedia che si è consumata a largo delle coste calabresi, non è stato solo segnale "simbolico" verso una terra di frontiera dove approdano migliaia di immigrati in fuga dai loro territori, ma anche concreto per ribadire che la tratta di esseri umani deve essere sconfitta con azioni incisive. I provvedimenti approvati e in via di approvazione, come i “decreti flussi”, vanno in questa direzione e la Lega, a partire dal ministro Salvini, da tempo sostiene che non si può arrivare in Italia con scafisti senza scrupoli. Occorre un’azione corale dell’Europa per stabilizzare quei Paesi, creare occasioni di sviluppo e far arrivare in Italia e in Europa gli immigrati rispettando le leggi.

Detto questo, e nonostante la solennità dell’evento, la presenza di Matteo Salvini in veste di Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti diventa l’ennesima occasione per ingrossare l’elenco di polemiche sterili costruite ad arte sulla sua persona.

Perfino la foto che lo ritrae tenendo in mano una carpetta di documenti con annotazioni personali recante in oggetto il semplice nome “Ponte”, in rifermeremo all’opera sullo Stretto, su cui è impegnato fin dal giorno dall’insediamento al ministero, si trasforma in Calabria, secondo un copione ormai consolidato, in attacco sistematico ed immotivato. Ricostruzioni giornalistiche fantasiose, commenti sprezzanti. Addirittura ci si imbatte in analisi sociologiche sui calabresi o su una loro parte, ovvero su quelli che, stando alle parole usate dall’articolista, ancora crederebbero al leader della Lega.

Onestamente, più che ad una curiosità giornalistica, siamo di fronte alla solita tendenza distruttiva e di chiara impostazione ideologica, incapace di riconoscere qualsiasi dignità politica a quanti vengono pre-identificati come nemici e non degni di ricoprire ruoli e funzioni istituzionali e di governo.

Prevale sempre l’inclinazione a trasformare ogni dettaglio, normalissimo in altre circostanze e con altri protagonisti della vita pubblica, in pettegolezzo e dietrologia; una visione mistificatoria della realtà che, se perpetrata con scientifica ostinazione anche dai media ai quali mi piace, invece, riconoscere soprattutto una funzione pedagogica e divulgativa, rischia soltanto di alimentare costante sfiducia nella Politica e nelle istituzioni; effetto ancor più negativo ed inaccettabile se causato strumentalizzando, così come purtroppo è stato fatto, anche momenti pubblici densi di significato e di esigenza di unità e di solidarietà come quelli vissuti in questi giorni a Cutro per la brutta pagina della strage dei migranti».

Risponde il vicedirettore Enrico De Girolamo

Gent.mo Calabretta,
da quando è sceso dall’auto blu sino a quando è andato via insieme agli altri ministri da Cutro, dove si è consumata la strage di migranti, Matteo Salvini ha continuato a ostentare un fascicolo con su scritto “Ponte”. Ci sono numerose immagini e filmati che documentano questo. In alcuni si vede anche come si preoccupi di aggiustare la cartellina sotto al braccio sinistro affinché la scritta sia ben visibile, prima di passare in rassegna e salutare chi incontra.
A cosa gli servisse il dossier sul Ponte in un Cdm dall’ordine blindato dagli eventi luttuosi di due settimane fa, ma soprattutto a cosa servisse, in un frangente così drammatico, far sapere a tutti che le sue priorità sono probabilmente altre, non è dato sapere. Ma noi giornalisti siamo abituati a porci domande. Anche su cose apparentemente frivole.
D’altronde è lei stesso che sottolinea nella sua nota “la solennità dell’evento” al quale Salvini era chiamato a partecipare. Dunque, quella smania di mostrare a favore di telecamere la carpetta del Ponte stride con i motivi drammatici per i quali era lì in quel momento.