Con un’ora di ritardo sulla convocazione, il Consiglio regionale ha preso il via mostrando che la proposta di legge firmata da cinque capigruppo su sei di maggioranza che istituisce la figura del consigliere supplente giustificata ufficialmente per introdurre, anche in Calabria com’è stato fatto in altre Regioni, l’incompatibilità tra lo status di consigliere e quello di assessore regionale, potrebbe avere delle conseguenze.

La riunione di maggioranza sembra infatti aver lasciato qualche strascico. Almeno dal punto di vista delle presenze, visto che si torna in aula ed oltre all’assenza annunciata della capogruppo della Lega Simona Loizzo, manca l’intero gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, che farà il suo ingresso in aula solo dopo l’informativa del Presidente Occhiuto sull’incontro con il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

Il Presidente Filippo Mancuso, con fare deciso, nel suo intervento iniziale ha spiegato che è un dato «assodato» che la proposta in questione poggia su solide basi costituzionali, non sovvertendo le norme dello Statuto.

L’Informativa del presidente

Il presidente Roberto Occhiuto ha cominciato la sua informativa sul tema delle infrastrutture, ricordando l’impegno assunto a suo tempo di inserire nel Def le risorse per finanziare il rifacimento della statale 106, aggiungendo che erano stati chiesti ulteriori tre miliardi. Ma queste risorse non ci sono in Bilancio. «Ho segnalato la circostanza al ministro Matteo Salvini. La Ss106 è una strada di importanza strategica. Spero si trovino altri tre miliardi, anche da finanziare in maniera pluriennale, nel Bilancio dello Stato. Spero il Governo sia conseguente, e lo sapremo tra qualche ora».

L’oggetto dell’incontro col Ministro Salvini, però, era il Ponte sullo Stretto. «La Calabria ospita il primo porto d’Italia ed è in continua crescita perché Mediterraneo sta diventando luogo centrale del paradigma dello sviluppo europeo – ha esordito Occhiuto -. Pensate cosa significherebbe per Reggio, Messina e tutto il territorio un’opera di straordinaria importanza che sta attirando l’attenzione mondiale. Collegare una regione di 1,8 milioni di abitanti con l’alta velocità è una cosa, collegare due regioni rende più sostenibile la realizzazione dell’opera».

«Ho detto a Salvini di riavviare l’iter per il Ponte sullo Stretto ma con l’assicurazione che ci fosse pari interesse per altre infrastrutture». Occhiuto ha reso onore ai contributi ricevuti da sindacati e politica regionale e poi ha introdotto il tema dell’autonomia differenziata, verso il quale non ha alzato barricate: «Ho incontrato Calderoli anche in Conferenza delle Regioni, ho spiegato che vorrei che l’approccio che il Mezzogiorno avesse, non fosse un approccio meramente difensivo e rivendicativo. Vorrei che ci fosse un Mezzogiorno capace di confrontarsi sul piano delle competenze e delle opportunità. Ho detto insomma che non avrei assunto un atteggiamento solo difensivo. Ho rappresentato al ministro Calderoli che ci sono materie che potrebbero essere utili alla Calabria, come l’energia».

Occhiuto ha ripetuto che se sommassimo all’energia dalle fonti rinnovabili, non fossili e l’idroelettrico, la Calabria produrrebbe più energia di quella che consumiamo, ma la paga allo stesso prezzo di altre regioni. «Se ci dessero la fiscalità prodotta dalle aziende che producono in Calabria avremmo dei costi più sostenibili» ha aggiunto Occhiuto. «Se abbiamo la capacità di leggerla in una logica di competitività, l’autonomia non è una cosa sfavorevole al Mezzogiorno. Non mi piace che il Sud sia rappresentato come la parte del Paese che si difende rispetto al nord che propone».

Certo – sottolinea Occhiuto - bisogna affermare i diritti dei cittadini del sud. «In alcune parti della Costituzione, l’autonomia è declinata come una possibilità. In altre parti è declinata come un dovere (art. 117). Se si vuole parlare di autonomia differenziata, noi ci stiamo, ma soltanto un istante dopo che lo Stato ha attuato la Costituzione nella parte che riguarda i diritti. Con uniformità, in tutto il Paese».

In tal senso per il capo della giunta il criterio della spesa storica va superato. «Se si finanziassero i diritti civili con risorse standard scopriremmo che noi abbiamo avuto meno risorse di quelle che ci sarebbero spettate e che alle regioni del Sud andrebbero più soldi delle regioni del Nord».

Le dimissioni di Irto (Pd)

Le repliche ad Occhiuto sono state piuttosto sobrie. Per Tavernise (M5S) il fatto che non c’è un centesimo per la Ss106 in Bilancio, certifica che «non può essere una battaglia del solo Occhiuto». Lo Schiavo (dMp), sostiene che il Consiglio deve cristallizzare la posizione del presidente: «Siamo d’accordo, ma Occhiuto è un autorevole azionista del governo in carica. La sua autonomia politica la verificheremo nei fatti con le risultanze dei tavoli a cui si siederà». Importanti perplessità le ha espresse Alecci (Pd) così come il capogruppo dem Bevacqua, e il collega Mammoliti.

Poi è il turno di Nicola Irto che si congeda dal Consiglio regionale. L’annuncio arriva solo dopo aver prodotto l’ultimo intervento nell’ultima seduta che lo vedrà protagonista a Palazzo Campanella, dove ha ricoperto anche la carica di presidente dell’Assemblea legislativa.

«Oggi presenterò le dimissioni – ha detto Irto - non aspettando di essere dichiarato incompatibile. Sono convinto che Consiglio e regionalismo avranno bisogno di una riflessione profonda». Il neo senatore dem, tra i saluti mette anche la struttura burocratica dell’Ente che «nonostante alcune inefficienze rappresenta una struttura che non è seconda a nessun’altra regione. E questa regione – ha sottolineato Irto - sarà più forte quanto più forte saranno le sue istituzioni».

Il congedo del segretario dem è condito dagli auguri e dal “saluto” del presidente dell’Assemblea Filippo Mancuso e dal capo dell’esecutivo. Occhiuto in particolare ha sostenuto che «avere parlamentari che hanno contezza del lavoro del Consiglio e delle difficoltà della Calabria è una ricchezza».
Tornando poi all’informativa resa da Occhiuto, Irto ha ricordato la mozione unitaria sulla Ss106 licenziata dal Consiglio regionale, domandandosi se «possiamo affrontare il tema infrastrutturale non pensando che affianco c’è la questione dell’Autonomia differenziata».

Per lui, la bozza Calderoli è inaccettabile. «Possiamo accettare la sfida senza affrontare il tema con una legge quadro e la perequazione infrastrutturale? Perequazione che – aggiunge - con una furbizia si vuol ritenere superata con il Ponte sullo Stretto».
Irto si produce quindi in un parallelo tra le «connessioni» al nord - Torino e Milano sono collegate tra loro in 56 minuti di treno - e i tempi biblici da «inciviltà» per collegare il sud, vedi Palermo a Catania o Reggio a Crotone.

«Serve che sulla Ss 106 e sulle infrastrutture – ha affermato - si assuma una responsabilità». A partire dal dare priorità alla strada della morte, per il cui riammodernamento non sono state inserite le risorse in bilancio.

Tornando poi alla bozza Calderoli, Irto è chiaro: «Non prevede autonomia sui Livelli essenziali delle prestazioni o addirittura sull’efficienza. Ma chi determina l’efficienza? Calderoli? Mettiamoci d’accordo sulle regole. Il Pd ha detto no alla bozza e si alla parlamentarizzazione del tema, anche per affrontare in maniera forte la questione del Mezzogiorno». L’obiettivo è quello di riuscire a mettere insieme le ragioni di un Paese, piuttosto che registrare le solite fughe in avanti.

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