Nel capoluogo si chiude un'era politica dopo il passaggio di consegne alla guida del coordinamento provinciale di Forza Italia. Ora si attende la mossa dell'ex presidente del Consiglio regionale: cosa s'inventerà per tornare in pista?
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Voci, indiscrezioni, previsioni, anche fatte da LaC a più riprese, che nel caso di specie hanno avuto puntuale riscontro. Forza Italia nel capoluogo cambierà guida dopo anni di gestione, dominante e incontrastata, di Mimmo Tallini. Finisce così un’era politica in città e di sicuro si chiude pure uno dei tanti capitoli della lunghissima carriera talliniana.
E al suo posto in Fi (o meglio, formalmente, al posto di Ivan Cardamone), ecco Marco Polimeni. Che, considerati i “recenti” rapporti non certo idilliaci (da fine 2019 almeno a questa parte) fra i due e il primo (Tallini) e molti esponenti del gruppo in cui milita il secondo (Catanzaro da Vivere) dopo anni di grande collaborazione istituzionale, è davvero una scelta di… rottura. Una mossa inequivocabile e significativa, insomma. A compierla, neanche a dirlo, il leader degli Azzurri di Calabria, Giuseppe Mangialavori, che aveva mostrato già in passato di non assecondare più le strategie talliniane. Neppure dopo la piena riabilitazione di quest’ultimo con la sentenza in virtù di cui è stata esclusa dai giudici l’ipotesi accusatoria formulata dalla Procura del capoluogo secondo cui aveva commesso il grave reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Il senatore vibonese ha in sostanza cristallizzato un concetto ormai chiaro da mesi, ovvero che non fosse più in sintonia con l’ormai vecchio (essendo non più in carica) coordinatore provinciale del suo partito avendo sposato una linea di totale rinnovamento. Una nuova fase, insomma, che porta appunto al giovane attuale presidente del consiglio comunale del capoluogo, nominato segretario cittadino. Che a questo punto torna quindi in lizza anche per essere il candidato a sindaco del centrodestra. Polimeni è infatti notoriamente forte dell'appoggio di Sergio Abramo, di cui è un fedelissimo, oltreché, come ovvio, dei forzisti e di quanto resta del citato CdV, movimento che gravita da sempre nell’orbita di Fi.
Senza contare che altri soggetti politici importanti come Fratelli d’Italia (malgrado le voci di simpatie delle solite liste civiche d’appoggio ai partiti nazionali per Valerio Donato) e, almeno sulla carta, la Lega (non necessariamente nella sua articolazione cittadina pare vicina a Donato) potrebbero (ri)unirsi, riformando la tradizionale compagine elettorale da tutti conosciuta. Si vedrà, però, perché non è affatto detto, ancora, che Polimeni oltre a guidare il partito del Cav nel territorio catanzarese sarà pure l’aspirante sindaco del centrodestra.
La domanda clou del momento è però un’altra. Vale a dire: cosa farà adesso Tallini? Quesito a cui, chi lo conosce bene, risponde che di sicuro qualcosa in vista delle imminenti Comunali si inventerà, sia pure per non uscire di scena dalla porta secondaria. Ma è chiaro che non sarà facile. Nemmeno per uno della sua esperienza e capacità, dal momento che avendo già incassato il no a un’alleanza dalla compagine a sostegno del prof Donato, essendo stato escluso dalla sua storica area di riferimento, e non potendo per ovvi motivi stringere accordi programmatici con il centrosinistra di Nicola Fiorita, dovrebbe avere come unica via praticabile la costituzione di un eventuale quarto polo.
Magari insieme al presidente dell'Ordine degli Avvocati del capoluogo Antonello Talerico, anch’egli allo stato in campo per essere il successore di Abramo. Ma che potrebbe anche virare verso Fiorita. Chissà, allora... Nel frattempo, però, si può senza tema di smentita affermare che, quanto successo per volontà di Mangialavori, non è un fatto di poco conto nello scacchiere cittadino. Anzi, potrebbe determinare l’ennesimo stravolgimento del quadro politico locale che continua a scomporsi e ricomporsi di giorno in giorno in questa ancora “inesplosa”, ma già scoppiettante, campagna elettorale. Che, pur essendo ancora in rampa di lancio, promette assai bene sul fronte di una lotta all’ultimo voto per spuntarla.