La presidente del Consiglio in un video definisce controproducente la misura, proprio alla vigilia dell’incontro a Palazzo Chigi in cui discuterà la proposta di legge con tutte le opposizioni. «Cosa ci ha convocati a fare se è contraria? Quel video è una provocazione»
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Il faccia a faccia tra maggioranza e opposizioni è domani. Ci saranno tutte le forze politiche che hanno sottoscritto la proposta di legge per istituire il salario minimo: Pd, M5S, Alleanza Verdi e Sinistra e Azione, tutti tranne Italia Viva di Matteo Renzi. L’appuntamento, in vista della discussione della legge in Parlamento ad ottobre, è domani alle 17 a Palazzo Chigi, ma le polemiche sono già iniziate. Meloni apre al confronto sul tema eppure continua ad essere contraria, come tutta la maggioranza che la sostiene, e lo ha ribadito ieri in video.
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Meloni continua ad essere contraria al salario minimo
«Controproducente» - lo definisce la presidente del Consiglio. «Tutti i contratti collettivi stabiliscono anche un minimo orario per categoria - ha detto la premier nel video pubblicato sui social - Se io decidessi di stabilire per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti mi troverei con un salario minimo legale che in molti casi potrebbe essere più basso del minimo contrattuale previsto in molti contratti nazionali. L'Italia è considerato un Paese virtuoso perché abbiamo un'altissima percentuale di lavoratori coperti dalla contrattazione collettiva, cioè da contratti di riferimento firmati il 97% da Cgil Cisl e Uil».
Opposizioni all'attacco: «Il video di Meloni é una provocazione»
«Cosa ci ha convocato a fare Meloni se la sua posizione è no al salario minimo? - chiedono Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, deputati di Alleanza Verdi e Sinistra - Il video di Meloni sembra una provocazione. Continuare a sostenere che il salario minimo porterà verso il basso anche gli altri contratti di lavoro significa dire il falso o dimostra che anche la Presidente del Consiglio non ha letto la nostra proposta».
Se per Meloni tutte le aziende che hanno stabilito un minimo più alto lo abbasserebbero per adattarsi al nuovo, anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi dice che il tema salario minimo non lo riguarda «perché i nostri contratti sono già sopra quella cifra».
«Argomentazioni infondate - dice il leader 5 Stelle Giuseppe Conte - su tutte, quella in base a cui con il salario minimo si abbasserebbero gli stipendi. Una fake news in piena regola, se un contratto collettivo prevede una retribuzione per un lavoratore di 5 euro l’ora, con la nostra proposta quella retribuzione sale a 9. Se prevede 11 euro l’ora, rimane a 11. Non scende certo a 9. L’incontro di venerdì a Chigi si preannuncia in salita. Il governo non sembra volersi smuovere dai suoi pregiudizi».
«Se la presidente Meloni ha convocato in pompa magna le opposizioni per ribadire il suo no alla legge sul salario minimo che cosa ci ha convocato a fare?» si chiedono Bonelli e Fratoianni, seguiti dai deputati Pd «Qual è la strategia di Meloni, convocare l'incontro e poi cercare l'incidente per farlo saltare?».
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L’incontro chiesto da Meloni alle opposizioni sembra più una concessione di forma che di sostanza, che sembra voler dire ai lavoratori sottopagati, ai precari, a chi si è visto togliere il reddito di cittadinanza “Noi vi ascoltiamo, noi non siamo contro i poveri come vi dicono loro”.
Sembra quasi un atto dovuto alle opposizioni che per la prima volta sono fronte comune, il muro contro muro direbbe ai cosiddetti working poor che i loro problemi non sono all’ordine del giorno.
«Se lo scopo della convocazione è solo quello di organizzare una passerella del Governo in difficoltà su questo tema, ce lo facciano sapere - concludono Bonelli e Fratoianni - Perché di perdere tempo non ha voglia nessuno».
Meloni dice che il confronto servirà a capire se ci sono i margini per una proposta seria sui salari bassi. I due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, che domani parteciperanno alla riunione, sembrano però anticiparci la fine della storia: «Nonostante l'apertura della maggioranza, le posizione rimangono distanti».