E' una questione che spacca il consiglio comunale di Lamezia, l'approccio alla questione Sacal. L'assise lametina concorda su un unico, peraltro astratto, concetto: Lamezia deve pesare di più. Ma il modo in cui si debba raggiungere un così ambizioso obiettivo, non è chiaro. Intanto, non si può fare a meno di notare un paradosso, ormai storico: il Comune di Lamezia detiene la maggioranza relativa delle quote, col suo 21%. Ancora, l'aeroporto gestito dalla Sacal, ricade sul territorio del comune lametino. Eppure, il parere di Lamezia conta quanto quello di un qualunque socio privato che ha, delle quote, solo lo 0,5%. Un concetto, questo, su cui ha insistito, nel suo intervento, Pasqualino Ruberto, quando, dopo aver analizzato i possibili nuovi scenari, ha chiesto che Lamezia ottenga il cosidetto voto ponderato, che dà il giusto peso in relazione alle quote possedute. Su un punto, poi, si è concordato: Lamezia decida in funzione di quello che è il piano industriale della società. Non su logiche politiche e di potere, che vorrebbero l'azzeramento o meno, a seconda della parrocchia, dell'attuale cda, scosso dalle recenti indagini della Procura della Repubblica di Lamezia. Il punto della questione, alla fine, è rimasto quello: confermare o meno la fiducia nell'attuale management, in vista della riunione del consiglio di amministrazione della società, previsto per il 21 ottobre. Mentre la maggioranza ha piano piano preso la strada della rinnovata fiducia, l'opposizione di centrosinistra ha presentato un ordine del giorno nel quale, così come già fatto da Regione e Provincia, il Comune, si invita il sindaco a chiedere l'azzeramento dell'attuale cda. Il risvolto politico così demonizzato durante la discussione, alla fine prende forma: non si può non notare, infatti, come le posizioni nell'assise seguano le orme tracciate dai vertici partitici. Conservativo quello proposto dal centrodestra, al pari di Abramo su Catanzaro; azzeramento, invece, per il centrosinistra, seguendo la strada tracciata dal Pd con Enzo Bruno e Mario Oliverio. Per l'azzeramento, fuori dagli schemi, anche Gianturco di Sovranità, mentre Pasqualino Ruberto, nel suo intevento, ha richiesto proprio un distaccamento dalle logiche politiche, legando la decisione del consiglio ad un piano industriale, eventualmente da proporre come amministrazione ed eventualmente ventilando l'ipotesi della vendita delle quote, per risanare almeno il bilancio comunale. La posizione più attesa, ovviamente, era quella del sindaco. E Paolo Mascaro non ha tradito le attese: dopo aver duramente attaccato la Procura della Repubblica, definendo “un'oscenità giuridica” il fatto che, ancora, non vi siano capi d'imputazione definiti per gli indagati nei vertici della Sacal, il primo cittadino ha ribadito che non è importante chi sia o meno il presidente della società di gestione dell'aeroporto lametino. Ma che conta cosa si voglia fare. E appoggia, Mascaro, la proposta sul voto ponderato e quella, promossa da Gianturco, di un azionariato popolare per la sottroscrizione dell'aumento di capitale. Il voto finale, segue l'orientamento del sindaco. Nessuna sfiducia a Colosimo, quindi. Ma le attenzioni dell'ente sulla società di gestione saranno massime, ad iniziare dallo studio di un adeguato piano industriale.


Guglielmo Mastroianni