VIDEO | Un dibattito sui limiti e sulle prospettive della sinistra a 41 anni dalla scomparsa del segretario del Pci ucciso dalla ndrangheta
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“Dove sono i giovani”. Questo il titolo del dibattito organizzato, dalla Casa del Popolo-Giuseppe Valarioti, tra gli eventi programmati per il 41esimo anniversario dell’omicidio del segretario del Pci di Rosarno. Un confronto a più voci, partito da due critiche: la prima sull’emigrazione che costringe ancora tanti calabresi a partire non per scelta, la seconda sulla «sinistra che non fa più la sinistra». Sono intervenuti anche amministratori di sinistra, come il sindaco di Cinquefrondi Michele Conia e l’ex assessore di Polistena, Giuseppe Politanò, a testimoniare la possibilità che si coniughi efficienza e rappresentanza.
«Purtroppo – ha affermato Pino Collia – anche questa generazione sta pagando per gli errori di una sinistra che si divide ed ha perso da tempo quella capacità di muoversi in maniera unitaria e univoca».
Spazio a chi tra i giovani si impegna nei movimenti, come Mariano Mazzullo, animatore del Comitato “ci siamo rotti”. «Viviamo una fase senza certezze – ha detto – se perfino il reato di apologia del fascismo in Italia è di fatto non si persegue più». In rappresentanza dei giovani del Collettivo Valarioti, ha parlato Francesco Melito che ha sottolineato la necessità per i giovani di rifarsi a figure credibili «come era il segretario del Pci, che era anche un intellettuale, un insegnante lungimirante».
Angelo Carchidi, anche lui attivista della Casa del popolo, ha ricordato le altre iniziative fatte per ricordare Valarioti, tra cui la visita nel cimitero dove riposa il politico ucciso quando aveva 30 anni, per il cui delitto, di chiaro stampo mafioso, non è stato condannato nessuno.