Il sindaco di San Giovanni in Fiore è il candidato del centrodestra alle elezioni di secondo grado che si terranno il 20 marzo. Ecco come si presenta agli amministratori locali chiamati al voto
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Rosaria Succurro, sindaco di San Giovanni in Fiore, punta con decisione alla Presidenza della Provincia di Cosenza. Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Udc e Italia del Meridione hanno comunicato ieri una decisione nell’aria ormai da giorni, ma che ha avuto i crismi dell’ufficialità a margine di soli due incontri programmatici. Tanto è servito per dare il la alla macchina organizzativa.
Succurro, lei è la candidata del centrodestra. L’unità dello schieramento era una conditio sine qua non o avrebbe gareggiato ugualmente?
«La mia non è stata un’autocandidatura, ma una scelta della coalizione. Qualora questa avesse optato per un’altra figura, sarei stata la prima a sostenerla».
Già venerdì scorso l’onorevole Andrea Gentile aveva tracciato un identikit che portava direttamente a lei. Quando nasce in realtà la sua candidatura?
«Ritengo sia maturata nel corso del tempo, sulla base di quello che poi è scaturito essere il profilo idoneo. Le cose che mi gratificano maggiormente sono la compattezza dimostrata e i tempi brevi in cui è maturata la decisione. Un sentito ringraziamento va all’intero centrodestra. Il mio nome è stato condiviso da parlamentari, coordinatori, assessori e consiglieri regionali. C’è un rapporto diretto con tutti loro e lavorerò in sinergia con essi qualora dovessi vincere».
Di solito per le Provinciali è difficile parlare di programmi…
«Sindaci e consiglieri oggi guardano alla corsa alla Presidenza della Provincia solo dal lato politico, senza parlare di idee come avviene invece per le altre tornate elettorali. Io voglio porre in essere sì un’appartenenza politica, ma guardare anche ad una programmazione».
Si spieghi meglio.
«Ho la visione di una Provincia di Cosenza centrale dal punto di vista strategico che affronta di petto le problematiche delle competenze specifiche».
A quali ambiti si riferisce in particolare modo? Ambiente, turismo, trasporti, viabilità, servizi sociali…
«Non ho intenzione di trascurare nulla, ma daremo priorità a quelli più impellenti e mi riferisco a trasporti, acqua e rifiuti. Poi c’è da parlare in modo approfondito del Pnrr che rappresenta per i territori una grande opportunità in tema di infrastrutture».
Ci sono 155 comuni eterogenei. Come dialogherà con gli amministratori che non la sosterranno?
«Sono vicepresidente regionale dell’Uncem, che è l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani. Quindi sono abituata a perorare le cause dei piccoli centri. Come succede per un sindaco che una volta eletto lo diventa di tutti, non avrò problemi a fare la stessa cosa. Intanto mi auguro che ci sia una convergenza su di me il 20 marzo, poi è ovvio che terrò in debita considerazione le esigenze di qualsiasi amministratore».
L’ex primo cittadino di Cosenza, Mario Occhiuto, questa mattina si è esposto pubblicamente per lei. Quanto deve alla sua azione amministrativa e al Governatore della Calabria nella sua crescita politica?
«Molto. Oltre alla militanza c’è stato un percorso di crescita al fianco di Mario Occhiuto. Sono l’unico assessore rimasto sempre al suo fianco negli ultimi 10 anni a Palazzo dei Bruzi. Per un periodo ha ricoperto anche la carica di Presidente della Provincia ed ho potuto rendermi conto direttamente delle iniziative poste in essere. Il supporto suo e di Roberto Occhiuto per me è stato e sarà fondamentale. Sono certa, pertanto, che mi garantirà maggiore incisività».
Ha parlato della lunga esperienza da assessore al Comune di Cosenza, che ne pensa delle recenti modifiche in tema di urbanistica, lavori pubblici e viabilità?
«Ogni città si evolve e la mia idea viaggia verso le smart city e le pedonalizzazioni. Si era creata tale progettualità, spero che non venga vanificato un percorso che definirei naturale».
Dall’altra parte della barricata trova un centrosinistra diviso. È un vantaggio?
«Noi giocheremo la nostra partita a prescindere dal numero di avversari. Nociti e Stasi sono due persone per bene e due colleghi sindaci in trincea come me».
San Giovanni in Fiore con lei punta ad ottenere la denominazione di Città.
«Ne ha tutte le caratteristiche: possiede estensione, abitanti, luoghi culturali e di arte. Manca il riconoscimento che implicherebbe in automatico la trasformazione del territorio in un punto di riferimento reale, vale a dire in “capitale” della Sila. Quella centralità che merita si è persa nei vari indirizzi a causa dei governi che mi hanno preceduto».