L’iniziativa, promossa dal think tank Parole Guerriere, giunta al suo 25° appuntamento nell’ambito del ciclo di incontri Pomeriggi Popolari ha visto la partecipazione del ministro Anna Maria Bernini, dell’ex ministro Giuseppe Fioroni, dell’avvocato Hilarry Sedu, del direttore de “Il Tempo” Tommaso Cerno e della prof. Maria Rita Parsi
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Un momento del convegno Think Tank "Parole Guerriere" su Ius Scholae e Ius Italiae
Un confronto autentico e concreto ha caratterizzato il Think Tank "Parole Guerriere", che si è svolto ieri presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio. L'evento ha visto la partecipazione di autorevoli esponenti del panorama politico e culturale italiano: Fabio Rampelli, Giuseppe Fioroni, Maria Rita Parsi, Tommaso Cerno, Hilarry Sedu e, con un messaggio di saluto, il ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini.
Il moderatore Diego Antonio Nesci, ha sottolineato l'importanza di spazi di dialogo politico basati su pensiero profondo e rispetto reciproco, lontani da logiche populiste: «Sembrano sempre più rari i luoghi in cui il confronto politico si sviluppa con autenticità. Gli illustri relatori hanno dimostrato che è possibile dialogare e ridurre le distanze culturali anche su un tema delicato come lo Ius Scholae o Ius Italiae, già oggetto di dibattito pubblico e di iniziative parlamentari». L'evento è stato trasmesso in diretta web dalla Camera dei Deputati ed è tuttora disponibile al seguente link: https://webtv.camera.it/evento/27715.
Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ha partecipato attivamente al dibattito, evidenziando la necessità di affrontare il tema della cittadinanza con equilibrio: «Ha senso ragionare sulla cittadinanza al termine del percorso scolastico e sempre dopo una richiesta formale. Discuterne non deve essere un tabù, ma bisogna farlo senza strumentalizzazioni politiche».
Il ministro Anna Maria Bernini, impossibilitata a partecipare per un impegno istituzionale all'estero, ha inviato un messaggio di grande rilevanza politica: «Le politiche di cittadinanza non sono dogmi, possono e devono mutare per favorire una reale integrazione e riconoscere il contributo delle nuove generazioni alla nostra società. Con lo Ius Italiae, poniamo al centro non solo l'educazione, ma anche il legame profondo con l'Italia e la sua comunità».
Tommaso Cerno, direttore de Il Tempo, ha ribadito il ruolo fondamentale della scuola nell’integrazione: «La scuola può dirci se un ragazzo è integrato. Oggi vediamo migliaia di giovani nati in Italia che non hanno ancora la cittadinanza, ma che lo sono più di noi. Dobbiamo superare le paure e affiancare al concetto di diritto quello di dovere per dare a questi ragazzi il riconoscimento che meritano».
Di particolare impatto è stata la testimonianza di Hilarry Sedu, vicepresidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, che ha affrontato il tema da un punto di vista giuridico: «Non possiamo fare discriminazioni tra minori. Questi ragazzi non sono soggetti da integrare, sono già italiani perché nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri fin dalla prima infanzia».
La prof.ssa Maria Rita Parsi ha enfatizzato il ruolo della scuola come centro culturale aperto e inclusivo: «La scuola deve diventare un presidio polivalente attivo tutto il giorno, con un’équipe pedagogica collegata alle realtà associative del territorio».
Infine, Giuseppe Fioroni, ex ministro dell’Istruzione, ha evidenziato la necessità di educare i giovani al rispetto delle diversità: «La segregazione per etnie non funziona. Alimenta la paura e genera separazione e violenza. Dobbiamo insegnare ai ragazzi a vedere nella diversità un'opportunità di crescita e arricchimento reciproco». L'evento ha dimostrato che un dialogo sereno e costruttivo su temi complessi è possibile, offrendo spunti di riflessione per una riforma della cittadinanza che tenga conto delle trasformazioni della società italiana.