La neosegretaria dem si attesta appena dietro la premier nelle rilevazioni sul gradimento degli italiani per i leader politici. Per unire il partito lancia la candidatura del governatore dell’Emilia-Romagna alla guida dell’Assemblea
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Anche se per ora siamo ancora nel campo delle buone intenzioni e della virtualità dei sondaggi, Elly Schlein continua a correre. Secondo Ipsos, la segretaria del Pd tallona (si fa per dire) Giorgia Meloni nel gradimento degli italiani. Il sondaggio sui leader politici, commissionato da Corriere della Sera, vede Schlein a quota 36%, subito sotto, ma comunque distante, dalla presidente del Consiglio che si attesta al 52% di gradimento. A seguire tutti gli altri.
Le prime valutazioni sulla neosegretaria, spiegano i sondaggisti, sono inevitabilmente condizionate dalla sua notorietà, che è comunque limitata rispetto ai leader sulla scena da molto più tempo di lei. Intanto, Schlein va per la sua strada, che spesso diverge in maniera evidente dai protocolli politici di vecchio stampo. Ha destato un certo scalpore, infatti, la sua decisione di proporre Stefano Bonaccini presidente del partito. Una importante carica di garanzia che raramente viene affidata al leader dell’opposizione interna. I falchi della sua mozione l’hanno messa in guardia, paventando ostruzionismo e colpi bassi se avesse concesso questa postazione al suo competitor sconfitto alle Primarie. Ma Schlein ha preferito puntare tutto sull’unità del partito, annullando, almeno sulla carta, la differenza tra maggioranza e opposizione dem.
«Dopo quello che era successo nei gazebo non ci potevamo proprio permettere di creare divisioni o attriti, nessuno avrebbe capito», ha spiegato un esponente del Pd vicino alla segretaria. Sono ancora molte le caselle che attendono di essere riempite, da quella che riguarda la composizione della segreteria, che vede in corsa anche alcuni dem calabresi, a quella dei capigruppo. Ma l’indicazione del presidente del partito era senza dubbio lo scoglio più insidioso e la scelta di Bonaccini dovrebbe rendere tutto più facile in vista delle altre nomine.
Oltre ai sondaggi positivi, Schlein può contare anche su una rinnovata capacità attrattiva del Pd, che ha fatto registrare oltre 7.000 iscritti negli ultimi 4 giorni. Tutti segnali che inducono a pensare che il manuale Cencelli interno per ora venga riposto e le cariche non verranno assegnate col bilancino assecondando gli appetiti delle tradizionali correnti.
Sulla «discontinuità nei comportamenti», mette l’accento la coordinatrice degli amministratori della mozione Schlein Stefania Bonaldi, sottolineando che «dalle Primarie è arrivato un'importante richiesta di cambiamento». Ma poi ci tiene a precisare che questo «rinnovamento» non va confuso con la «rottamazione»: «Pratica che abbiamo conosciuto in altre epoche e che ha segnato l'inizio del disfacimento del Pd». Insomma, se son rose fioriranno.