VIDEO | È stata depositata a Palazzo Campanella per mitigare le perdite economiche registrate dalle strutture nel periodo della pandemia
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Colmare i ritardi accumulati nel riconoscimento dei ristori per tutte le strutture sanitarie private accreditate negli anni bui – 2020/2021/2022 - della pandemia da Covid 19. Una proposta di legge, a firma del presidente del Consiglio Filippo Mancuso, del vice Pierluigi Caputo e del capogruppo di Forza Italia Michele Comito è stata depositata nei giorni scorsi a Palazzo Campanella proprio con l’intento di mitigare le perdite economiche registrate dalle strutture private. In presenza dei presupposti di legge si rende necessario procedere con la massima urgenza – si legge nella relazione tecnica - adeguandoci alle altre regioni, al recepimento ed all’applicazione da parte delle Asp, della normativa nazionale in materia di rimborso di tutte le spese relative al periodo Covid, anche in considerazione del protrarsi delle infezioni e della contingente grave crisi energetica che sta portando gli Erogatori privati al collasso economico-finanziario.
In particolare, la proposta di legge prevede che il Dipartimento regionale “Tutela della Salute e Servizi Socio Sanitari”, attraverso le Asp, corrisponda agli erogatori privati accreditati, per il triennio in questione e previa verifica della relativa rendicontazione, i ristori relativi alla minore erogazione di prestazioni sanitarie dovuta alle limitazioni imposte dalle disposizioni nazionali e regionali, nella misura del 90 per cento del mancato fatturato rispetto al contratto sottoscritto per l’anno di riferimento, e un contributo una tantum – per ciascuno degli esercizi di riferimento (2020, 2021 e 2022) - a ristoro dei costi fissi comunque sostenuti dalla struttura privata accreditata e rendicontati dalla stessa.
Allo stesso tempo, non avendo la Protezione Civile fornito alle Asp i Dispositivi di Prevenzione Individuali atti a fronteggiare l’emergenza pandemica, la proposta prevede anche un rimborso per l’approvvigionamento di mascherine, guanti, occhiali, camici e così via sempre attraverso il Dipartimento della Salute che una volta ricevute le rendicontazioni erogherà il ristoro per costi sostenuti per l’acquisto dei necessari dispositivi di protezione, oltre che per le attività di sanificazione e per le misure attivate ai fini della mitigazione della pandemia.
Tutti i costi da Covid-19 da riconoscersi sin dall’inizio dell’emergenza pandemica e fino al perdurare di episodi riconducibili alla stessa «trovano piena copertura finanziaria nei limiti delle risorse trasferite alla Regione Calabria con il decreto-legge 34 del 2020 e nei limiti dei contratti sottoscritti per gli anni 2020, 2021 e 2022 dalle singole Asp con gli erogatori privati accreditati».