VIDEO | Acque ancora politicamente torbide nel sistema idrico calabrese. All'ombra della milionaria partita per la riscossione dei crediti, si agita il malcontento degli amministratori. Ecco l'inizio del nostro viaggio
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Non è del tutto stagnante “l’acqua” nella regione, e alla perenne liquidazione di Sorical si aggiunge in questi giorni l’incerto varo della Autorità idrica calabrese. Tra sindaci che contestano, sia la società partecipata in cui la Regione ha il capitale di maggioranza, sia il nuovo ente di governo, ce n’è abbastanza per chiedersi quanto il perenne fallimento del varo di un vero sistema idrico integrato – risorse potabili, irrigazione agricola e depurazione fogne – continuerà a pesare sulle tasche dei cittadini.
Talmente “un caso”, quello della “liquidazione volontaria” di Sorical, che ancora oggi i Comuni in molte circostanze rischiano il dissesto proprio per pagare i debiti dell’acqua. «Quando mi sono insediato – ricorda Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi – il mio ente doveva oltre 8 milioni di euro contemporaneamente alla Regione, a Sorical e a Spv una società di riscossione, con sede a Londra, a cui i liquidatori avevano ceduto il credito. Finisco di formalizzare una transazione con questo soggetto straniero, e Sorical mi chiede altri soldi, insomma un rapporto capestro in quelle che io chiamo micro zone d’ombra». Come il piccolo centro del Reggino, sono tante le città calabresi nelle mani di un sistema – quello della liquidazione di Sorical – che sembra destinato a durare a lungo.
Intanto, perché la società è concessionaria dell’approvvigionamento dell’acqua fino al 2039, e poi perché la sopravvivenza della liquidazione è assicurata, essendoci tra gli obiettivi proprio il tentativo di incassare i crediti vantati. Liquidazione del tutto peculiare, inoltre, perché operano 2 liquidatori: uno di nomina della Regione, e cambia ad ogni cambiamento di giunta – ora è in sella l’avvocato Cataldo Calabretta – e l’altro è appannaggio del socio privato Veolia, che da quando è iniziata la procedura, nel 2012, si affida al palermitano Baldassarre Quartararo. «Ci dicano in che direzione si deve muovere il servizio idrico integrato – prosegue Conia – senza prescindere dal risultato di un referendum che ha confermato la pubblicizzazione dell’acqua: non è possibile per i Comuni avere a che fare con così diversi soggetti anche esteri».
La risposta che il sindaco cerca dovrebbe arrivare dal nuovo soggetto creato dalla Regione, l’Aic, che è un ente di governo la cui assemblea formata dai sindaci, nei giorni scorsi, ha ottenuto l’intesa con il presidente Nino Spirlì per nominare come direttore generale Francesco Viscomi. «Non sono stato coinvolto e come me diversi sindaci», conclude Conia, aggiungendo i particolari di un nuovo scontro che sembra profilarsi e che rende nuovamente agitate le acque del servizio idrico.