Tira un sospiro di sollievo la maggioranza guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà. È finalmente arrivata la comunicazione da parte della Prefettura con la quale è stata data ufficialità al provvedimento del governo che fa slittare al 30 aprile il termine per l’approvazione del bilancio.

Il viceministro Laura Castelli lo aveva preannunciato sia durante un incontro con l’Anci e poi durante la Conferenza Stato-Città dello scorso 28 marzo. I Comuni, però, erano rimasti con il fiato sospeso in quanto l’annunciato provvedimento tardava ad essere firmato. Tanto che da palazzo San Giorgio era partita anche una richiesta di informazione alla Prefettura.


Adesso l’iter è terminato e la proroga è stata concessa, seppure con due giorni di ritardo rispetto al termine del 31 marzo
. Si tratta adesso di capire come Comuni e governo riusciranno a sfruttare il tempo, risicato, a disposizione per evitare l’avvio delle procedure di dissesto.

La posizione del Mef è racchiusa nella lettera che il viceministro Castelli ha inviato alla Corte dei Conti. L’auspicio espresso nella missiva è che la Magistratura contabile emani quanto prima un parere di orientamento così che si possa giungere alla applicazione corretta e puntuale della Sentenza n. 18/2019.

«Gli interventi di orientamento generale, delle Sezioni Autonomie o Riunite – ha scritto il viceministro - giungono spesso dopo un lasso di tempo che oggi diventa sempre più difficile da rendere compatibile con la velocità delle decisioni da assumere. Pur comprendendo che spesso alla fonte dei contrasti interpretativi vi è una norma scritta male, si rende necessario, come in questo caso, che si a data vita ad una interpretazione di orientamento unitaria, attesi i rilevanti riflessi di natura finanziaria che una pluralità di pronunce regionali potrebbero determinare. Si rende necessario, infatti, dare e garantire agli Amministratori locali un indirizzo chiaro ed univoco, al fine di rispettare integralmente il sapiente dettato della Corte Costituzionale, senza dover attendere tempi lunghi o peggio incorrere in danni irreparabili».

Ma che tipo di interpretazione potrà dare la Corte dei Conti per evitare che il termine dei mutui contratti dai Comuni passi dagli attuali 30 anni ai 10 previsti dalla sentenza della Consulta? Gli spiragli in realtà non sembrano molti, seppure l’interpretazione giurisprudenziale italiana non manca certo di creatività.

Reggio avrà poi il secondo problema legato agli ulteriori chiarimenti che la Corte dei Conti ha chiesto al Comune con la delibera n. 33 del mese di marzo. La Corte ha parlato di illegittimità nei bilanci 2016 e 2017 e di sovrastimane dei crediti che il Comune inserisce tra gli attivi. Tantissime le richieste istruttorie relative ai debiti con la Regione, all’esposizione per il contenzioso gestito dall’Avvocatura, alla gestione delle società partecipate e alla mancata costituzione del fondo perdite.

Parte insomma oggi una doppia corsa contro il tempo in vista dell’approvazione del bilancio per il 30 aprile. Una per tentare di convincere la Corte dei Conti sulla legittimità degli ultimi bilanci ed arrivare ad una puntuale quantificazione del “buco”. La seconda per fare in modo che l’interlocuzione con il governo possa portare ad un’applicazione soft della sentenza della Corte Costituzionale. Ma anche all’interno della maggioranza di centrosinistra si intravedono le prime crepe e non sono pochi gli scettici che vedono ormai il dissesto come unica via d’uscita.

Riccardo Tripepi