Con le canoniche tre ore di ritardo rispetto all’orario di convocazione, il Consiglio regionale ha avuto inizio con la sostituzione dei consiglieri regionali Alessandro Nicolò e Sebi Romeo con i primi dei non eletti di Pd e Fi nella circoscrizione di Reggio Calabria Domenico Giannetta e Giuseppe Giordanò. Nicolò e Romeo sono ancora sottoposti a misura cautelare dopo il coinvolgimento nell’operazione giudiziaria “Libro Nero”.

Il ritardo nell’inizio dei lavori dovuto, ancora una volta, all’incapacità della maggioranza di gestire l’ordinario. Prima della seduta di Consiglio era stata convocata la Commissione “Bilancio” per la discussione di alcuni provvedimenti fondamentali in vista della manovra finanziaria. La seduta non si è tenuta per assenza del numero legale ma prima ha approvato il finanziamento per circa 7 milioni di euro per le primarie istituzionali e le elezioni regionali.

 

A gamba tesa l’ingresso di Giannetta che ha annunciato la costituzione di parte civile nel procedimento avviato per ottenere risarcimento per il suo tardivo ingresso in Aula. «E invito anche il Consiglio a farlo» le parole di Giannetta che ha poi spiegato «Dovessero essermi riconosciute le spettanze per il periodo in cui non sono stato consigliere saranno devolute a un ente no profit. I calabresi – ha tuonato ancora Giannetta – hanno il diritto di riprendersi la propria dignità». Nessuno sconto, insomma, per l’ex compagno di avventura politica Alessandro Nicolò. Giannetta si è iscritto al gruppo di Forza Italia.

Più cauto l’intervento di Giuseppe Giordano, vecchia conoscenza di palazzo Campanella, che dopo aver salutato i dipendenti del Consiglio ha sottolineato come i fatti avvenuti nello scorso mese di agosto «ripropongono la questione di come potere operare in politica in questa Regione». Giordano ha scelto di iscriversi al gruppo del Pd.

Riccardo Tripepi