L'indagine sui finanziamenti ai gruppi regionali faccia il proprio corso e gli inquirenti accertino fino in fondo ogni eventuale responsabilità senza guardare in faccia nessuno. Per quanto mi riguarda sono certo di poter chiarire ogni contestazione. Non ho messo in tasca, nè usato a scopo privato alcun euro.
Sono chiamato a rendere conto del fatto che i finanziamenti del gruppo sarebbero stati utilizzati, così recita testualmente l'ordinanza, per "attività squisitamente politiche e di promozione della persona del politico piuttosto che relative all'attività istituzionale svolta dallo stesso, quale componente del gruppo misto".
Nessun profumo o champagne, dunque, ma una questione interpretativa che sarà chiarita nelle sedi giudiziarie proprie.
Ho piena fiducia e certezza che in quelle sedi saranno chiariti anche i dettagli relativi alla rendicontazione, nonché il ruolo dell'associazione "l'Idea".
Mi rimetterò, infine, alla decisione del tribunale del riesame sulla misura di divieto di dimora in Calabria.
La "pericolosità" della mia presenza in Calabria, nell'ordinanza, è così motivata: "nessun dubbio che l'Adamo, anche se non più componente del Consiglio Regionale, possa aver mantenuto solidi contatti con esponenti della pubblica amministrazione a tutti i livelli, essendo un protagonista attivo della politica e delle istituzioni locali, avendo altresì svolto incarichi in passato di vicepresidente della giunta regionale".
Ovviamente obbedisco e mi atterrò rigorosamente al rispetto dell'ordinanza. Nessun provvedimento però può impormi di ritenere che fare politica sia di per sè una colpa o un indice di pericolosità. Anche per questo ho rispetto del nostro sistema giudiziario e dei principi democratici su cui è tuttora saldamente ancorato.