Cinque consiglieri e un dirigente regionale dovranno restituire le somme indebitamente prese, quattro di loro sono stati ricandidati dai partiti
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“Rimborsopoli” torna a scuotere il palazzo del potere e una nuova tegola, dunque, si abbatte sulla politica calabrese proprio mentre si è ormai nel cuore della campagna elettorale. Seppure stavolta le contestazioni attengono a profili contabili e attinenti la prescrizione per condotte già consumate, torna sotto i riflettori un certo modo di gestione della cosa pubblica.
Il risultato finale, però, è la condanna dei magistrati contabili per sei soggetti. Cinque di questi dono politici, mentre il sesto è il dirigente del servizio Bilancio e Ragioneria del Consiglio regionale. In particolare, per come riporta la Gazzetta del Sud, le singole condanne riguardano: Giuseppe Gentile, Antonio Scalzo, Francesco D’Agostino, e Giuseppe Graziano che dovranno rifondere ciascuno 63.732 euro, mentre il dirigente Luigi Danilo Latella dovrà restituire 212.400 euro.
La Corte dei Conti ha bocciato la delibera adottata dal Consiglio regionale con la quale si è arbitrariamente estesa la prescrizione intervenuta per alcuni dei gruppi consiliari che avevano formulato ricorso anche ai gruppi che tale ricorso, invece, non lo avevano inoltrato.
Secondo i magistrati contabili la decisione dell’Ufficio di presidenza di estendere la pronuncia sulla intervenuta prescrizione a tutti i gruppi rappresenterebbe un modo per aggirare l’obbligo di restituzione andando a configurare un danno erariale. Praticamente palazzo Campanella, estendendo la prescrizione a tutti i gruppi consiliari, ha rinunciato all’incasso di 531mila 106,77 euro dal complessivo budget da restituire quantificato dalle sentenze definitive.
Una nuova brutta pagina per la politica calabrese che continua a collezionare magre figure e dare l’impressione di essere una casta che difende se stessa. A prescindere dalle responsabilità personali, ma anche dal merito del provvedimento, la decisione assunta dall’Ufficio di presidenza del Consiglio ha il sapore di un provvedimento a tutela dei propri interessi e non certo di quelle dei calabresi.
L’aggravante è che le condanne riguardano 4 consiglieri regionali uscenti che sono ricandidati alle prossime regionali. Si tratta di Pino Gentile, candidato con la lista “Santelli presidente”, di Giuseppe Graziano con l’Udc, di Giuseppe Neri con Fdi e Antonio Scalzo sempre con l’Udc.
Pino Gentile e Giuseppe Neri, inoltre, erano componenti dell’Ufficio di presidenza che ha assunto il provvedimento contestato dalla Corte dei Conti.
Dai comizi elettorali, dunque, si dovrebbe fare maggiore attenzione a parlare di rinnovamento.