VIDEO | All'incontro anche la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, il segretario regionale dem Nicola Irto e il coordinatore delle Camere penali calabresi Giuseppe Milicia per discutere di separazione delle carriere, terzietà del giudice e indipendenza del pubblico ministero
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Separazione delle carriere, terzietà del giudice e indipendenza del pubblico ministero: aspetti delicati e importantissimi nella vita civile del nostro Paese su cui il Partito democratico calabrese non ha esitato a confrontarsi pubblicamente nonostante la grande afa della piena estate.
In un noto albergo di Lamezia Terme il segretario regionale Nicola Irto ha convocato esperti del settore ed esponenti di partito per focalizzare l'iter di una legge che il centrodestra spinge forte, tra cui il coordinatore delle Camere penali calabresi Giuseppe Milicia
«Abbiamo deciso di affrontare la questione della separazione delle carriere - ha detto al nostro network il senatore reggino Irto, guida dem calabrese - che è la "terza gamba" del barattellum, un modello del baratto all'interno della maggioranza, dopo abuso d'ufficio ed autonomia differenziata. Noi contestiamo nel metodo la scelta del Governo e ci carichiamo la responsabilità di una discussione pubblica».
Carceri vera emergenza
«Siamo di nuovo a un utilizzo strumentale della giustizia - ha detto a LaC Anna Rossomando, vicepresidente del Senato e componente della commissione Giustizia - per riaccendere uno scontro politico tra magistratura e politica di cui non si sentiva assolutamente bisogno. L'emergenza dell'emergenza è la drammatica situazione delle nostre carceri e invece ci portano a discutere di interventi che a nostro avviso sono pericolose proprio per la cultura delle garanzie dei diritti. La battaglia sulle riforme è una battaglia che ovviamente facciamo in Parlamento, ma che inizia sicuramente nelle piazze con la gente con le persone».
A moderare il dibattito Luigi Muraca, responsabile regionale Giustizia: «È un dibattito che serve anche a dotare i cittadini di strumenti di analisi, comprensione, approfondimento senza contaminazioni politiche andando al merito tecnico della questione».
Tra norme su abuso d'ufficio e censura delle intercettazioni la Riforma Nordio è già oggetto di aspre contestazioni.
Logica autoritaria
«Questo è tipico di una logica autoritaria che vuole lasciare mano libera a chi ha il governo della cosa pubblica - ha commentato con amarezza Stefano Musolino, segretario nazionale di Magistratura Democratica - senza appunto incontrare le resistenze degli organismi indipendenti quali è quello della magistratura e naturalmente in questo senso una popolazione meno informata e anche una popolazione meno consapevole. E quindi i diritti dei cittadini vengono per giudicati anche attraverso interventi sulla libera stampa che negano la possibilità di cittadini di conoscere».