Cresce la fronda dei sindaci calabresi contro il processo di riforma del settore idrico avviata dalla giunta Occhiuto. Ciò che ha in mente il presidente della giunta regionale è creare una multiutility che si occupi di acqua e rifiuti, due settori che sono di competenza proprio dei primi cittadini. Il problema è che la legge che regolamenta il funzionamento dei due settori è stata approvata dal consiglio regionale senza un vero confronto con gli amministratori locali.

Così ai dodici sindaci del crotonese che hanno presentato ricorso al Tar contro la legge regionale, presto si potrebbero aggiungere anche diversi amministratori del cosentino.

Questi si sono riuniti, convocati dal sindaco di Cosenza Franz Caruso, nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi per confrontarsi sulla problematica, assai sentita, relativa al servizio idrico integrato ed al servizio di gestione dei rifiuti urbani passati in capo ad Arrical, l’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche della Calabria, istituita con Legge Regionale n. 10 del 20 aprile 2022,

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Tre le criticità principali rilevate. La prima riguarda la riscossione. Secondo quanto previsto dalla legge, Sorical, individuato dal commissario di Arrical Bruno Gualtieri come soggetto gestore, incasserà i canoni che però continueranno ad essere lavorati dai Comuni. Questa circostanza pone una seria questione di redazione dei Bilanci comunali di Previsione. Un dato accertato dagli Enti - si legge in una nota diffusa al termine della riunione - che già hanno approvato l’adesione ad Arrical; 

Il secondo punto riguarda quella che i sindaci definiscono «totale incertezza e precarietà nello svolgimento degli interventi urgenti ed immediati sulla rete idrica di adduzione, che oggi garantiscono gli Enti Locali, e che con Arrical dovrebbe assicurare la Sorical che al momento, con i suoi tecnici, non riesce ad espletare una manutenzione ordinaria dell’Abatemarco, su cui insistono carenze ataviche che costringono continuamente alla sospensione del servizio idrico».

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La terza perplessità riguarda proprio l’affidamento a Sorical del servizio idrico. La decisione è stata presa dal commissario con delibera propria, escludendo quindi i sindaci da ogni tipo di scelta. Ma sul piatto c’è anche un problema giuridico: come ha fatto il commissario ad affidare direttamente a Sorical il servizio visto che è una Spa con un contratto di concessione in essere con la Regione Calabria? Questo percorso è legittimo?

«Rispetto alle diverse problematiche discusse - conclude la nota - tutti i presenti hanno deciso di delegare l'assessore al bilancio del Comune di Cosenza a preparare un documento tecnico-politico, contenente tutti i rilievi critici mossi dai Sindaci alla legge istitutiva di Arrical, da utilizzare quale motivazione per la revoca della delibera di adesione assunta dai Comuni che hanno deliberato in tale senso. Lo stesso documento sarà sottoscritto da tutti i sindaci e presentato al Presidente della Regione con la richiesta di sospensione della esecuzione della legge e l'avvio di un percorso di confronto e condivisione tra Regione e Comuni, al fine di modificarla ed attuarla senza contrasti e contrapposizioni. Nelle more, si valuterà anche la possibilità di impugnare davanti al Tar Calabria la legge».

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Insomma il percorso immaginato da Occhiuto si complica per la contrarietà di molti sindaci che non sono affatto persuasi della riforma messa in campo. E questo è davvero un bel problema per la Calabria che ha una rete idrica che necessiterebbe di interventi immediati per limitare la dispersione idrica. Il punto è che in Calabria manca un soggetto gestore. Così abbiamo perso ben 130 milioni di finanziamenti che il Governo aveva messo a bando proprio per migliorare le reti idriche delle regioni del Sud. Finanziamenti che ovviamente non possono essere recuperati. Sulla costruzione del servizio idrico integrato si dovrebbe dunque accelerare, ma per come si sono messe le cose si rischia di fare l’esatto contrario.