La deputata Simona Loizzo non ha dubbi: il Parlamento nel prossimo mese di febbraio lavorerà per cambiare la riforma della giustizia voluta dall’ex Guardasigilli Marta Cartabia. L’onorevole della Lega, già consigliere regionale della Calabria, ha spiegato ai nostri microfoni quali saranno i prossimi passi della maggioranza di centrodestra. L’obiettivo è quello di migliorare la legge entrata in vigore soltanto il 1 gennaio 2023. 

La parlamentare leghista infatti è intervenuta a un convegno organizzato dall'associazione "Giorgio La Pira", al quale hanno partecipato il giudice di Potenza Teresa Reggio, i procuratori Pierpaolo Bruni, Mario Spagnuolo e Alessandro D'Alessio, e l'avvocato Pietro Perugini, già presidente della Camera Penale di Cosenza, tutti relatori del dibattito che ha affrontato i problemi e le prospettive delle norme che rivoluzionano il diritto penale e civile italiano.

«Non c’è intenzione di abrogare in toto la riforma Cartabia, ma modificare alcune cose sì. Come sapete il ministro Nordio ha messo l’accento su molte difficoltà della magistratura. I processi ci costano due punti percentuali di Pil, una perdita di credibilità nella parte civile sui mercati esteri e poi c’è il grande dubbio sulle intercettazioni che devono essere garantite per i reati di mafia e terrorismo, ma assolutamente bisogna evitare l’ascolto della vita privata dei cittadini» - ha detto Simona Loizzo a LaC News24.

«Come ha ricordato il ministro Nordio - ha aggiunto - c’è assolutamente la necessità di rivoluzionare i tempi del processo perché quelli in ambito civile sono estremamente lunghi, quindi più che rivedere la riforma Cartabia, che ha dei punti assolutamente favorevoli, io parlerei della nuova riforma della giustizia di un ministro che in Parlamento ci dà prova di grandissima cultura, parlando il latino e il greco come l’italiano. Nordio ha una competenza straordinaria. Il messaggio che vogliamo far passare è quindi di realizzare una nuova giustizia giusta nell’ambito di una nuova riforma che nascerà già a febbraio dopo aver sentito, com’è giusto che sia, tutti gli operatori del diritto, dai magistrati agli avvocati» ha concluso la deputata Simona Loizzo.