Il gruppo contrario all’apertura concretizzata nei confronti dei dem e della candidata presidente Bruni: «Non è un problema di composizione delle liste»
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Rifondazione comunista calabrese interrompe il percorso con Carlo Tansi in vista delle elezioni regionali in Calabria. Lo riporta lo stesso partito in una nota nella quale si evidenzia: «Prc ha iniziato lo scorso autunno una positiva interlocuzione con Carlo Tansi. Ci siamo ritrovati nella comune volontà di costruire un percorso per liberare la Calabria da quel male che l’ha distrutta in questi decenni, la corruzione e il malaffare del ceto politico e amministrativo, di chi in questa Regione ha sempre posseduto potere e ricchezza. Insieme, nella ovvia differenza di culture e pratiche, ma accomunati dalla visione progressista, abbiamo ritenuto questa battaglia un passaggio tanto arduo quanto necessario per costruire la possibilità di un cambiamento vero nella nostra Regione».
«In questo percorso – si rimarca - lungo mesi a seguito dello spostamento della data delle elezioni, siamo stati convinti sostenitori del successivo incontro con De Magistris e della nascita di quella coalizione, con quello che significava come possibilità di operare una trasformazione radicale in Calabria. Infatti, siamo stati molto scettici sulla successiva rottura dell’alleanza stipulata e più volte, anche pubblicamente, abbiamo invitato a compiere i giusti passi affinché si ricostituisse». Il repentino cambio di posizioni delle ultime ore ha stravolto i piani: «In questi giorni Carlo Tansi, evidentemente colpito dalla figura della dottoressa Bruni, peraltro dall’elevato e universalmente riconosciuto spessore professionale, ha proposto un’apertura al confronto con lei e con le forze che l’hanno indicata come candidata presidente, chiedendo che si avvii un rinnovamento nelle liste di quelle stesse forze. Atto motivato con la necessità di provare a contrastare la prevedibile vittoria del centrodestra. Per noi non è un problema di composizione delle liste né di presupposte “pulizie” da operare o valutazioni da fare sulle presunte “presentabilità” di alcune candidature».
«Le incandidabilità – affermano gli esponenti di Rifondazione comunista - si decidono nelle sedi opportune e non derivano da visioni soggettive. Per noi, invece, è un problema di scelta politica: l’impossibilità di allearsi, all’infuori dei piccoli Comuni, con il Partito Democratico, una forza il cui impianto ideologico è totalmente all’interno del campo neoliberista e le cui politiche sono oggettivamente rivolte alla riduzione dei diritti sociali e del mondo del lavoro. Sono 13 anni che questo partito utilizza lo strumento del “voto utile” contro la destra, con cui pure oggi è amabilmente insieme al Governo e vota insieme in Parlamento, per raccogliere voti e penalizzare ciò che stava alla sua Sinistra. Sarebbe ora di smontare questa favoletta su cui si è cercato il consenso così come sarebbe il caso di non cadere nelle trappole di chi, a seconda della convenienza particolare, a Roma va a braccetto con il Pd e in alcuni territori, dove non viene soddisfatto nelle sue richieste, si colloca diversamente». «Da oggi si interrompe – concludono - il nostro percorso verso le prossime elezioni regionali con Carlo Tansi, convinti che comunque ci saranno con lui altri momenti e terreni per confrontarci e, nel caso, collaborare».