Le dichiarazioni della consigliera regionale del Pd dopo la marcia indietro di Occhiuto sulla riorganizzazione degli ospedali. A Lamezia intanto prosegue l’attività del comitato "La sanità che vogliamo"
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La marcia indietro del presidente Occhiuto e la sua risposta, in merito alle preoccupazioni che le opposizioni hanno portato in Consiglio regionale sul tema controverso della riorganizzazione ospedaliera, non soddisfa la minoranza. In particolare Amalia Bruni che, dal suo osservatorio lametino, lascia in pratica la vertenza tutta aperta.
Perché se è vero che nella serata di ieri Occhiuto ha firmato un nuovo decreto che di fatto modifica il precedente, per la consigliera regionale del Pd il problema rimane.
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«Intanto noi allo stato non abbiamo avuto modo di studiarlo bene – ha detto Amalia Bruni replicando ad Occhiuto – ma dai primi riscontri non ci pare di intravedere avanzamenti significativi. Non si intravede una visione sul sistema sanitario. Di fatto il sistema pubblico rimane fermo mentre l’accreditato cammina. In quel decreto non c’era nulla, mi auguro che in questo ci sia qualcosa di più e, in ogni caso, la Calabria deve raggiungere gli standard nazionali perché - sottolinea Bruni – non siamo figli di un Dio minore. Io credo che la nostra battaglia debba continuare, dobbiamo discutere della nostra sanità che si trova in uno stato grave e che richiede una dedizione assoluta. Noi crediamo che il problema sia l’Azienda zero che “consuma” globalmente le UOC garantendo, inevitabilmente sempre meno servizi».
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Prosegue intanto a Lamezia l’attività del Comitato "La Sanità che vogliamo". L’obiettivo adesso è quello di mettere insieme i sindaci del distretto lametino e che venga al più presto convocata la conferenza dei sindaci. Il punto è la peculiarità di un territorio vasto che andrebbe organizzato in maniera diversa soprattutto per quanto riguarda le urgenze e molti reparti che potrebbero rischiare la soppressione, non ultimo il centro regionale sulla fibrosi cistica che ha sede adesso proprio a Lamezia Terme.